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Scenari

La Sicilia al Vinitaly 2017, Irvo senza fondi: costi più alti per le cantine ed è allarme

25 Ottobre 2016
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Per partecipare le aziende dovrebbero spendere il 35/40 per cento in più rispetto all'edizione 2016. Preoccupazione dei produttori. Si cercherà una nuova intesa sui costi con Veronafiere


(L'ingresso della Fiera nell'edizione 2016)

Un milione e 600 mila euro è il costo che l'Irvo, l'Istituto regionale vino e olio sosterrà per il prossimo Vinitaly. 

A tanto ammonta la spesa per allestire il padiglione 2 che ormai da almeno 15 anni è appannaggio della Sicilia del vino e garantire così i servizi essenziali (bicchieri e relativo lavaggio, stoccaggio vino, servizi organizzativi e così via). La novità di quest'anno è che la spesa di un milione e 600 mila euro verrà ripartita tra le cantine che parteciperanno alla fiera in proporzione anche agli spazi che prenoteranno per il proprio stand. L'Irvo non ha i fondi per le attività aggiuntive. E dunque rispetto allo scorso anno tutto questo si potrebbe tradurre in un aumento medio per una cantina del 35/40 per cento. Cioè, se una cantina l'anno scorso ha speso 100, quest'anno dovrebbe spendere 135/140. Troppo, secondo i titolari delle cantine, tanto che in un incontro di questa mattina i produttori di Assovini hanno chiesto al direttore dell'Irvo Vincenzo Cusumano di lasciare le tariffe del 2016 o comunque di ridurre i costi per i servizi chiesti da VeronaFiere. Si parla, ad esempio, del lavaggio dei bicchieri e della manovalanza compreso l'uso delle attrezzature meccaniche al padiglione 2, un servizio per il quale il Vinitaly chiede circa 40 mila euro per tutti i giorni della fiera. È un costo che si può ridurre a vantaggio dell'Irvo e quindi delle cantine? – si sono chiesti alcuni produttori. Cusumano farà una ricognizione nella speranza di recuperare alcune risorse.

In ogni caso le cantine, se aderenti a qualcuna delle associazioni di produttori esistenti, potranno avvalersi dei contributi comunitari previsti dal nuovo Piano di Sviluppo Rurale attraverso la misura 3.2 (la ex misura 133) fino al 70 per cento delle spese ammissibili. Come per l'edizione 2016. Ma sino a qualche anno fa l'Irvo riusciva a garantire alcune spese legate alla promozione a vantaggio di alcuni costi delle cantine fornendo vari servizi aggiuntivi. E ormai le ristrettezze del bilancio non consentono più altre spese. Un taglio verticale alle spese se si pensa che sino a qualche anno fa la partecipazione al Vinitaly costava all'Irvo circa tre milioni di euro. 

Spiegava Cusumano prima dell'incontro con Assovini per garantire la partecipazione al Vinitaly 2017 che si terrà dal 9 al 12 aprile prossimi: “Siamo già in fase di trattativa avanzata con VeronaFiere e confermare la nostra presenza al padiglione 2, per noi una postazione strategica che riteniamo abbia contribuito in qualche misura anche al successo del vino siciliano. Ma – avvertiva Cusumano – quest'anno non potremo fare di più. Debiti pregressi e minori risorse non ci consentono di fare altro. Un aspetto sia chiaro: nessun debito pregresso graverà oggi sulle cantine. Nella speranza tra l'altro che la partecipazione delle cantine al padiglione 2 non sia inferiore a quota 140, in pratica il numero dello scorso anno. Perchè sotto questa soglia di adesioni saremmo costretti a rivedere gli spazi e le tariffe di partecipazione”.


(Vincenzo Cusumano)

A conti fatti il costo medio di partecipazione che chiede l'Irvo alle cantine è di circa 10-11 mila euro, costo che si potrà recuperare al 70 per cento tra varie voci di spesa tra cui lo spazio dello stand, l'allestimento, le hostess, il noleggio bicchieri, eventuali interpreti e materiale promozionale e il valore del 10 per cento del vino utilizzato per le degustazioni. Nient'altro. Viaggi, vitto e alloggio per i produttori e i loro dipendenti per esempio sono esclusi. E comunque un costo che rispetto alla scorsa edizione sarebbe rincarato di circa il 40 per cento. “Ci rendiamo conto che per le cantine non sarà una passeggiata, ma non possiamo fare di meglio. Sappiamo – aggiungeva Cusumano – che altre regioni sono allineate esattamente sullo stesso solco garantendo i servizi e gli stand consentendo alle cantine di beneficiare dei fondi comunitari, seppur spesso in misura minore di quello che è possibile fare in Sicilia”. 

Tuttavia Cusumano lascia anche qualche spiraglio annunciando “la ricerca di sponsor interessati al mondo del vino e alla nostra partecipazione al Vinitaly che ci possano consentire di avere qualche introito da portare a vantaggio della missione veronese”. Ed ancora: “Sappiamo che alcune cantine da tempo hanno fatto la scelta di partecipare al Vinitaly attraverso altre forme di aggregazione in altri padiglioni. Mi piacerebbe fare una piccola ricognizione per conoscere i perchè di queste scelte. E capire se possiamo fare qualcosa per loro anche in una prospettiva di rientro nel padiglione della Sicilia. La nostra forza sta anche nel numero delle adesioni”.

C.d.G.