La Puglia del vino compatta contro la possibilità che la Sicilia coltivi Primitivo.
Come anticipato da Cronache di Gusto (leggi qui larticolo>) sotto attacco c’e un decreto della Regione siciliana dell’agosto scorso che autorizza i viticoltori a poter coltivare il Primitivo. Seppur tardivamente la Puglia otto mesi dopo ha scoperto questo provvedimento e sta manifestando tutta la sua contrarietà. Ben cinque consorzi di tutela (tra i quali Primitivo di Manduria, Primitivo di Gioia del Colle e Castel del Monte) Assoenologi, il Movimento del Turismo del vino Puglia, le Donne del Vino, Cia e Confagricoltura. In estrema sintesi il timore della Puglia è che il Primitivo possa essere prodotto ed indicato in etichetta nei vini Igt Terre Siciliane. E quindi far diventare il vitigno più importante della Puglia un player made in Sicily soprattutto nei mercati internazionali. È per questo che i consorzi e le associazioni dicono: “Vi è la necessità di un’immediata presa di posizione regionale.Tale intervento impedirebbe che il Primitivo possa essere presentato nelle descrizioni secondarie di etichette riferite a vini rossi senza vitigno che provengono da Dop e Igp di altre regioni italiane. Inoltre, si eviterebbe che nell’elenco dei sinonimi vengano aggiunte delle varietà di viti che possono essere utilizzati nell’etichettatura e nella presentazione dei vini”.
“Per noi – si spiega nel comunicato congiunto – questo provvedimento è inammissibile. Tale decisione offende la nostra storia. Il primitivo è un vitigno pugliese, espressione coerente del nostro territorio e delle nostre tradizioni vitivinicole. Inoltre, la sua affermazione commerciale che lo pone come prodottotraino dell’economia vinicola, agroalimentare e enoturistica regionale, è il risultato di decenni di sforzi e investimenti, sacrifici dei viticultori. E non possiamo tollerare che tale patrimonio sia sottratto.
Un messaggio chiaro che deve anche essere recepito non solo da tutta la filiera ma anchedai tanti consumatori”. A questo punto la protesta si sposterà a Roma. Perché la Puglia vuole chiedere al ministero la possibilità di stoppare il decreto della Regione Siciliana.
C.d.G.