Anche quest’anno la nostra “parola” dell’anno 2025. Una sfilza di termini che ognuno di noi ha pensato potessero diventare “simbolo” di questo nuovo anno così importante. Vi invitiamo, come sempre, a dirci quali sono secondo voi i termini del nuovo anno. E vi auguriamo un mondo di auguri!
FABRIZIO CARRERA
AVANTI TUTTA
Non una, ma due parole dell’anno per un modo di dire che mi piace tanto. Uno sprone, un incoraggiamento, un incitamento. Andare con la potenza massima. Verso nuovi traguardi. Ad ognuno il compito di svolgere la propria parte. Quando è il momento si va nella stessa direzione e solitamente in condizioni di favore. Magari col vento in poppa. Le idee, i progetti e le visioni ci sono. Tocca all’azione, al fare squadra, a nuove energie e risorse. Nulla cade dal cielo. Bisogna rimboccarsi le maniche. Dipende solo da noi. Niente alibi. Avanti tutta non è solo la mia parola dell’anno. È il mio augurio per il 2025.
GIORGIO VAIANA
RISPETTO
Quest’anno la parola scelta dalla Treccani è “rispetto”. E anche io seguo questa linea e la scelgo come mia parola dell’anno 2025. Rispetto delle persone, soprattutto. Del loro ruolo. Degli animali. Ma anche del cibo. E soprattutto rispetto verso se stessi. Rispetto è un termine che sicuramente va rivalutato. Se pensiamo a cosa vuol dire “mancanza di rispetto” ci rendiamo conto di come non averne si collega alla “violenza” che viene esercitata tutti i giorni. Nei confronti delle donne, delle minoranze, delle istituzioni, della natura e degli animali. Quest’anno il mio obiettivo (e spero anche il vostro), sarà quello di allenarmi ancora di più al bello. Io, che sono infelice per natura, cercherò di essere sempre un po’ più felice. Tutti i giorni. Con quel rispetto che mi devo. Un anno difficile il 2024, per me, con la perdita di papà che mi ha incupito l’animo ancora di più. Ora, però, devo voltare pagina. Devo allenarmi alla bellezza “del prendersi cura”, “del fare attenzione”, “del preoccuparmi per la vita altrui”. Rispetto, dunque, come rivendicazione dell’importanza delle relazioni autentiche, oltre la superficialità.
STEFANO BAGNACANI
DIMISSIONI
Nel food, di certo, la parola dell’anno. Si pensava fosse colpa del reddito di cittadinanza, si pensava fosse (solo) una questione di soldi. È una questione, sempre di senso, dimissioni da un lavoro che non ne ha, che non rende felici, che non fa crescere, che non fa vivere, che non sfida e con cui non ci si riesce ad immaginare, diversi/ migliori.
Ridiamo un senso, anche economico ma anche ontologico al lavoro di sala e di cucina, rendiamolo un lavoro da cui non dimettersi.
TITTI CASIELLO
DISATTENZIONE
Siamo cresciuti con il “leggere attentatamene il foglietto illustrativo prima dell’uso” e ce lo siamo portati appresso nella vita come se non ci dovessimo mai fidare, né di noi né degli altri con il sempre eterno “fai attenzione che cadi”. E allora facciamo attenzione a tutto, agli ingredienti dietro la confezione, ai distinti saluti alla fine di una mail, al politicamente corretto, al biologico, alla filiera corta, a non tirare troppo la corda nelle relazioni.
Che fatica! Dopo un anno in costante allerta si arriva svuotati. Personalmente mi auguro di poter abbassare la guardia quest’anno, vorrei essere disattenta e utilizzare come unica regola di gioco la cura reciproca. Se mi prendo cura di te, tu ti prendi cura di me, che equivarrebbe a dire che il cibo che mangerò quest’anno sarà buono non per lo sforzo profuso a cercare di non farmi fregare, ma per la cura che qualcuno ci avrà messo per preparalo, che il vino che berrò non avrà necessariamente bisogno di un’etichetta con una fogliolina verde che mi rassicuri, bastandomi la fiducia di chi l’ha prodotto. Se questo schema venisse applicato universalmente, vorrebbe dire anche meno parole per giustificare che quello che facciamo è giusto. Sarebbe bello, per quanto utopico, smetterla di raccontarcela sempre e di iniziare, invece, ad alimentarci di relazioni disattente, ma piene di cura.
ROBERTO CHIFARI
QUALITA’
Sembrerà scontato parlare di qualità in una rivista enogastronomica. La qualità è anche sinonimo di sicurezza alimentare, anzi si tratta di concetti strettamente interconnessi tra loro. Maggiore qualità dei cibi che mangiamo significa anche rispetto per la propria salute, integrandosi nel più ampio concetto di “food integrity”, ovvero alimenti sani, nutrienti e sicuri, oltre che tracciabili e prodotti artigianalmente in maniera etica.
GIOSETTA CIUFFA
INVAIATURA
Termine forse poco conosciuto, indica – senza cadere troppo in tecnicismi – il momento in cui i frutti iniziano a maturare, cambiando colore. È una fase fenologica non solo bella a vedersi ma di grande importanza per i produttori (di olio o vino che siano) perché, terminando il periodo di “attesa”, mette in allerta sulla prossima raccolta, di lì a qualche settimana. Sta al coltivatore determinare, con la conoscenza che ha delle proprie piante e dati alla mano, il momento ideale di raccolta, a seconda del prodotto che vuole realizzare: né troppo presto, né troppo tardi. È per me la parola dell’anno perché indica il corso visibile della natura (che ci fornisce gli strumenti per interpretarla) oltre che l’opportunità di fare o meno qualcosa, l’essere adatti e a proposito.
GIADA GIAQUINTA
SCARPETTA
La mia parola è scarpetta, il gesto di raccogliere con un pezzetto di pane il condimento che rimane nel piatto. Considerata da molti uno dei piaceri della tavola, la scarpetta sembra essere stata recentemente sdoganata. Il Galateo la vieta in contesti formali, dando il via libera in circostanze informali suggerendo l’utilizzo di una forchetta per accompagnare il pane. Secondo alcuni chef italiani, tra i quali il maestro Gualtiero Marchesi, rappresenta un segno di sincero apprezzamento della pietanza. Un semplice gesto che però ha suscitato la curiosità dei ricercatori dell’Università di Bristol, che qualche anno fa, hanno condotto un’indagine per scoprire quale fosse il pane migliore per fare la scarpetta. La conclusione? La ciabatta, perché in grado di trattenere il 120% del sugo rispetto alla media. Che questa parola possa essere per tutti noi una metafora per gustare fino in fondo questo 2025!
ENRICA IACONO
CORAGGIO
Sono convinta che tutti noi, quotidianamente, abbiamo bisogno di coraggio. Per affrontare l’incertezza del domani, per superare i momenti di sconforto, per avere la forza di rialzarsi e cambiare vita quando ci si rende conto che non è quella che si desidera. Ogni giorno siamo portati ad affrontare nuove sfide e così il coraggio diventa un valore da coltivare soprattutto nelle piccole scelte quotidiane, quelle che ci spingono a continuare a sognare. Auguro a tutti di guardarsi allo specchio con sincerità e di trovare il coraggio di cambiare, anche se questo richiede di fare un salto nel vuoto. In qualsiasi ambito: personale, lavorativo, familiare. Non bisogna mai accontentarsi e non bisogna mai lasciarsi condizionare dai giudizi esterni. Solo noi possiamo costruire, con coraggio, la nostra vita.
FRANCESCA LANDOLINA
EVOLVERSI
Il significato di evolversi è il trasformarsi gradualmente verso forme naturali, culturali o spirituali più progredite. L’esatto contrario invece implica la regressione o comunque il rimanere fermi, bloccati nello stesso punto dove si ripetono gli stessi schemi. Pericolosissimo. Auguro di procedere sempre in avanti, di andare oltre, per nuove strade e nuovi orizzonti. Buon 2025!
FEDERICO LATTERI
VISIONE
Tutto quello che facciamo nasce – o dovrebbe nascere – da un insieme di idee. Concetti, considerazioni, ma anche sensazioni e previsioni, che contribuiscono a creare quella che è la nostra “visione” di un progetto, di qualcosa da realizzare che potrà sembrare a volte più facile, a volte piena di difficoltà e incognite a tal punto da collocarsi più vicino ad un sogno che alla concretezza. Studio, confronto, esperienze ci aprono la mente, ci consentono di mettere a fuoco sempre meglio quello che vogliamo fare. Ci sono poi il talento o addirittura la genialità, valori aggiunti che ci permettono di ottenere risultati unici, di arrivare dove altri non possono. A prescindere da questo, però, occorre sempre avere una visione chiara, cosa che purtroppo oggi accade sempre più di rado. Ci si butta in attività, investimenti e progetti con idee approssimative e senza adeguate conoscenze. Fermiamoci un attimo, guardiamoci intorno, studiamo, confrontiamoci, sviluppando, affinando e migliorando così la nostra visione di qualcosa che in questo modo saremo più pronti a sviluppare.
IRENE MARCIANO’
RADICI
Che sia per l’uomo o per la vite, parte tutto da lì, dalle radici. Da quel legame con con il terroir di origine che determina l’unicità e la ricchezza di un vino, in un connubio di memoria e continuità. Le radici, infatti, riflettono valori profondi quali identità culturale, biodiversità e sostenibilità e allo stesso tempo non sono statiche, ma sostengono la crescita verso l’alto, verso il futuro. In questo senso, simboleggiano la capacità di evolversi, innovarsi e rinnovarsi, pur rimanendo fedeli alle proprie origini. Ed è proprio questo il mio augurio, che si possa avere sempre cura delle proprie radici, attraverso pratiche che rispettino la natura e l’utilizzo di tecniche capaci di esaltare l’autenticità di un vino e, perché no, anche la nostra.
ALESSANDRA MELDOLESI
K-WAVE
E’ la voga di tutto ciò che arriva dalla Corea, compresa la cucina, oggi la più arrembante su scala mondiale.
CLARA MINISSALE
Tolleranza
Mi pare che il mondo ne abbia tanto bisogno. La tolleranza contiene in sé rispetto e indulgenza che andrebbero praticate sempre verso se stessi e verso gli altri. E’ un po’ un auspicio di un mondo migliore ma anche la speranza – questa assolutamente personale – che la tolleranza verso tutti gli alimenti torni ad essere mia fidata compagno di viaggio.
STEFANIA PETROTTA
OPPORTUNITA’
Mai come in questo 2025 vedremo la Sicilia protagonista della scena gastronomica e culturale mondiale. Da un lato perché sarà “Regione europea della gastronomia 2025”, per il prestigioso riconoscimento internazionale assegnatole dall’International Institute of Gastronomy, Culture, Arts and Tourism (Igcat); dall’altro perché Agrigento è stata designata dal nostro Ministero della Cultura “Capitale Italiana della Cultura 2025”. Quello che speriamo, un po’ perché siamo siciliani, un po’ perché nel passato tante occasioni sono state perse, è che queste opportunità di visibilità non vadano sprecate e venga fatto un lavoro di comunicazione e promozione importante, magari accendendo anche i riflettori sui giovani o sulle aziende più piccole che faticano maggiormente a farsi notare. Una cosa è certa: noi ci incarichiamo di fare le sentinelle di questo grande lavoro e di dare risalto a tutte le iniziative che saranno messe in campo.
SILVANA POLIZZI SABINO
PACE
Parola rara, nei fatti e nell’espressione. Grande assente, in questa come in altre epoche, tanto da essere divenuta retorica. Fuori moda nei rapporti individuali e collettivi. E’ una parola la cui realizzazione presuppone l’uso di altre parole a monte: rispetto, intelligenza, ricerca d’armonia. E allora in questo ultimo anno di tante guerre, ben 56 conflitti armati in corso nel mondo (il numero più alto dalla Seconda Guerra Mondiale), proviamo a liberarla dal suo utopico significato e a colorarla di concretezza nella vita di ogni giorno. Non più un sogno, ma qualcosa da vivere e assaporare, al di là dell’ignoranza di chi confonde la prevaricazione con il potere, ricordando che quest’ultimo può e deve essere benefico.
GIANLUCA ROSSETTI
IMPEGNO
“La fortuna vi svolterà una giornata, l’impegno vi svolterà la vita”. La mia parola per il prossimo anno è, appunto, impegno. In tutti i settori, nelle relazioni, nel lavoro, mettiamoci impegno. Manca sempre di più, in un mondo che ci offre tutto e subito. Ci servirà impegno per valorizzare i nostri magnifici prodotti, per valorizzare la nostra terra e le nostre idee. Soprattutto, ci servirà impegno per valorizzare noi stessi.
MARCO SCIARRINI
INTERNAZIONALIZZAZIONE
La parola dell’anno sarà internazionalizzazione. Con la contrazione dei consumi, e con le grandi giacenze nelle cantine, corre l’obbligo alle Aziende trovare nuovi mercati da aggredire, in particolare quelli di nuova espansione. La promozione nei Paesi terzi, grazie anche alle novità della misura Ocm promozione, avrà un grande appeal, approfittando anche della grande difficoltà delle cantine francesi ad esportare, a causa dei prezzi non concorrenziali.
FOSCA TORTORELLI
NUTRACEUTICO
La fusione tra cibo e salute sarà sempre più evidente, gli alimenti e le bevande verranno scelti non solo per il gusto, ma per i benefici funzionali che offrono al corpo. La nutraceutica rappresenta una fusione tra innovazione tecnologica e il ritorno a una visione olistica del cibo. Non è solo un trend passeggero, ma una risposta a un bisogno crescente di salute, sostenibilità e consapevolezza alimentare. Sempre più persone cercano alimenti che, oltre a nutrire, abbiano un impatto positivo sulla salute, come il rafforzamento del sistema immunitario, il miglioramento della digestione o la riduzione dello stress.
MANUELA ZANNI
BRAIN ROT
Il brain rot (o brainrot) (lett. “marciume cerebrale”) è, secondo le parole dell’Oxford English Dictionary, “il presunto deterioramento dello stato mentale o intellettuale di una persona, soprattutto come conseguenza di un consumo eccessivo di materiale (in particolare di contenuti online) considerato banale o poco impegnativo”. Secondo molti, il brain rot è determinato da vari fattori, tra cui lo scrolling tra video e porterebbe a un peggioramento della facoltà di attenzione della capacità di comprensione e delle facoltà mnemoniche. Il mio buon proposito per il nuovo anno ( e il mio augurio per tutti) è quello di ridurre il consumo dei contenuti online e di recuperare e mantenere in vita il più alto numero possibile di rapporti umani.
ALESSIA ZUPPELLI
DECANTARE
Decantare, verbo che richiama – nella sua gestualità – a far esprimere nella sua chiarezza un vino. Bene, anche noi dovremmo ogni tanto ricordarci di decantare inteso come liberarsi dagli eccessi e tornare alla realtà per una chiara lettura delle cose.