In termini di procedure e norme cambia ben poco. Ma il quadro normativo di riferimento delle Ig muta, in meglio, rispetto al passato. Così Giulio Somma, direttore del Corriere Vinicolo racconta la riforma delle Ig approvata e varata dal parlamento europeo a Bruxelles lo scorso 24 ottobre. Si tratta di un testo unico che mette insieme la normativa relativa ai prodotti Dop e Igp. E che interessa soprattutto il nostro paese che può vantare 885 prodotti tutelati e un valore complessivo di oltre 19 miliardi di euro. “Unione Italiana Vini ha sostenuto da sempre questo progetto di riforma – ha dichiarato Paolo Castelletti, segretario generale di Uiv al Corriere Vinicolo – scontando anche all’inizio un certo isolamento dalle altre organizzazioni del vino italiano, perché abbiamo avuto ben chiaro da subito che l’inserimento del vino nella riforma delle Ig ne avrebbe rafforzato notevolmente il quadro di tutela e protezione, senza perdere quella specificità normativa verticale garantita dall’Ocm
che fino ad oggi è stato indubbiamente un punto di forza del comparto. Un risultato che oggi grazie al grande lavoro di Paolo De Castro salutiamo molto positivamente”.
E Somma spiega le principali novità di questo testo che entrerà ufficialmente in vigore agli inizi del 2024. “Prima di tutto, lo snellimento delle procedure, con tempi più rapidi e certi per la modifica dei disciplinari e per l’approvazione delle nuove Ig: sei mesi, prorogabili di altri cinque solo se la domanda è incompleta e devono essere fornite informazioni aggiuntive – si legge nell’articolo – Verrà rafforzato il ruolo dei gruppi di produttori nei Consorzi, attraverso l’introduzione di numerosi poteri e responsabilità, lasciando però alla sussidiarietà degli Stati la
definizione di alcune disposizioni, come quelle concernenti i contributi obbligatori per tutti gli operatori, e salvaguardando i sistemi nazionali più funzionali, come quelli di Italia, Spagna e Francia, che potranno proporre delle attività mirate alla sostenibilità che vadano oltre gli standard dell’Unione o nazionali, e avranno la possibilità di preparare delle relazioni di sostenibilità”.
Sul fronte della protezione delle Ig, “sarà rafforzata quella online – dove oggi si consumano la maggioranza delle contraffazioni e delle usurpazioni dei nostri nomi – attraverso un sistema di geo-blocking, che obbligherà gli Stati membri a bloccare l’accesso a qualsiasi contenuto che evochi un’indicazione geografica, e da un sistema di allerta che sarà sviluppato da Euipo esclusivamente per le Ig”. Fondamentale, qui, il ruolo dell’Ufficio dell’Unione europea per la proprietà intellettuale, al centro di un acceso dibattito tra filiera e istituzioni europee e che aveva visto il nostro Paese schierarsi fin dall’inizio contro qualsiasi delega all’Istituto, anche perché con chiare connotazioni di natura privatistica, Paolo De Castro ha precisato che “dovrà avere un ruolo consultivo e solo su questioni amministrative, mentre l’interlocutore dei produttori resterà la Commissione europea”. Infine, il tema dell’utilizzo dei prodotti Ig come ingredienti: “Una Ig che designa un prodotto utilizzato come ingrediente può essere utilizzata nella denominazione del relativo prodotto trasformato o nella sua etichettatura o nel materiale pubblicitario solo se l’ingrediente dell’Ig è utilizzato in quantità sufficiente a conferire una caratteristica essenziale al prodotto trasformato, e la percentuale di tale Ig dovrà essere indicata in etichetta nel prodotto finito. È fatto l’obbligo ai trasformatori di notificare i gruppi di produttori riconosciuti quando utilizzano il nome registrato nei prodotti trasformati”.
Dice, sempre al Corriere Vinicolo Paolo De Castro: “Grazie a questa riforma il sistema delle Ig ne esce rafforzato – afferma – Il nuovo regolamento, che entrerà in vigore nei primi mesi del 2024 dopo i passaggi formali in Parlamento e Consiglio, farà evolvere un sistema senza eguali nel mondo, capace di generare valore senza investire alcun fondo pubblico. Come? Rafforzando il ruolo dei Consorzi, la protezione di Dop e Igp e la trasparenza verso i consumatori. In particolare, introduciamo una protezione ex-officio anche nel sistema dei domini internet, con un sistema di geo-blocking immediato di tutti i contenuti illeciti ed eliminiamo una volta per tutte quelle falle del sistema che consentono di sfruttare indebitamente la reputazione delle nostre Ig, come nel caso dell’aceto balsamico sloveno e cipriota, o del Prosek made in Croazia. Viene infatti chiarito come le richieste di registrazione di menzioni tradizionali, come quella del Prosek, non potranno più essere prese in considerazione, in quanto identiche o evocative di nomi di Dop o Igp”.