Si allontanata la temuta decisione. Tutto rinviato. Viene posticipato di tre mesi il d-day dell’ 8 dicembre temuto dai produttori sull’introduzione e l’applicazione della normativa europea sul cambio di etichettatura per la maggior parte dei vini. Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida ha firmato il decreto che prevede una deroga trimestrale del Regolamento Ue 1308 del 2013 sulle nuove etichette all’8 marzo 2024, “permettendo così l’utilizzo e l’esaurimento delle etichette già in magazzino”. A rischio macero sarebbero, infatti, 50 milioni di etichette già stampate. “Il ministero – ha annunciato Lollobrigida – si è attivato sin da subito per arrivare alla data dell’8 dicembre con la soluzione per sostenere e tutelare un comparto fondamentale per l’economia della nostra nazione. In sede europea, nel prossimo Consiglio europeo di Agricoltura e Pesca, previsto il 10 e l’11 dicembre, fa sapere ancora il ministro “tratterò il tema delle linee guida sull’etichettatura, per risolvere alcune indicazioni che presentano criticità e che ad oggi risulterebbero superabili con il buonsenso”.
La norma inizialmente prevedeva che per gli ingredienti in etichetta fosse utilizzato un codice Qr accompagnato dalla lettera “I”. Ma a poche settimane dall’entrata in vigore delle Linee guida, la Commissione ha cambiato le carte rispetto a quanto stabilito, decidendo di inserire il termine completo “ingredienti”, rendendo vano tutto il lavoro per evitare un’etichettatura da modificare cambiando la lingua e quindi condannando di fatto al macero tutte le etichette già stampate dai produttori che si erano organizzati per tempo. Secondo Olof Gil, portavoce per l’agricoltura della Commissione europea, le etichette “stampate e già utilizzate sui vini imbottigliati e sulle bottiglie immesse sul mercato non devono essere distrutte, né i vini imbottigliati devono essere rietichettati, in quanto tutti i vini prodotti prima dell’8 dicembre sono esentati dalle nuove regole di etichettatura” e “per la maggior parte dei vini le nuove disposizioni dovrebbero essere applicate in linea con l’interpretazione fornita solo a partire dalla vendemmia 2024”.
La polemica, ha sottolineato l’europarlamentare del Pd Paolo De Castro “si sta scatenando su linee guida e non sull’atto legislativo, cioè se si rispetta il regolamento non è che le aziende possano essere multate perché usano la “I” invece della parola “ingredienti”. La volontà dei colegislatori europei è chiara e andrebbe rispettata. Cioè in etichetta vanno solo le calorie mentre un Qr Code è per informare su tutto il resto, ingredienti e elementi nutrizionali; la misura è stata approvata così proprio per evitare ai produttori un aggravio dei costi dovuti all’obbligo di riportare in molte lingue quelle informazioni”. Plaudono le organizzazioni del mondo del vino, dalla Coldiretti che aveva denunciato questo problema per un settore già colpito dall’impennata del costo del vetro cavo per le bottiglie che in 18 mesi è aumentato del 58%, mettendo a rischio la competitività del vino italiano sul mercato nazionale ed estero dove per la prima volta dopo oltre un decennio sono calate le vendite in valore (-1%). Bene il decreto del ministro, fa sapere il presidente di Unione italiana vini (Uiv) Lamberto Frescobaldi, precisando che “le linee guida last minute della Commissione Ue hanno generato una babele interpretativa in cui ogni Stato membro esprime una propria lettura, determinando così una mancata armonizzazione delle regole di mercato”. Tre mesi per trovare una soluzione condivisa.