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Scenari

La collina di Tignanello è tutta degli Antinori. Cotarella: “Vi spiego perché è un vino icona”

21 Gennaio 2021
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“Un vino iconico”. E, forse, non c’è altro modo di definirlo.

E allora vada per “iconico”, come dice nella nostra chiacchierata Renzo Cotarella Ceo ed Enologo di Marchesi Antinori nel commentare la notizia dell’acquisto, da parte della famiglia Antinori, dei 4 ettari della collina di Tignanello che gli permetteranno di diventare unici proprietari di una delle più celebri e famose colline del panorama enologico italiano. La prima annata risale al 1971, “ma il primo cru, la prima prova di vinificazione – dice Cotarella – è del 1970”. Oltre 50 anni, 51 per essere precisi, di un vino conosciuto in tutto il mondo. “Il primo Tignanello era diverso da quello che conosciamo oggi – dice Cotarella – Era fondamentalmente un Chianti Classico con il Sangiovese. Fu la seconda annata, nel 1975, a presentarci il Tignanello come lo conosciamo oggi, il primo vero SuperTuscan, con l’aggiunta dei vitigni internazionali che lo hanno reso celebre e riconoscibile nel mondo”. Il Tignanello, secondo Cotarella, “ha comunicato un grande messaggio nel Chianti Classico e cioè  che si poteva fare un grande vino senza utilizzare uve bianche. Oggi sembra un discorso un po’ banale, ma 50 anni fa non lo era affatto. Poi l’uso dei vitigni internazionali gli ha conferito un gusto che lo ha fatto apprezzare anche da quei palati che non conoscevano questi vini. Oggi la situazione è completamente cambiata, la cultura del vino è diversa. Ma il Tignanello è sempre al passo con i tempi”.

(La collina di Tignanello)

Per Cotarella il segreto di questo vino è la sua identità, “meglio dire riconoscibilità – dice Cotarella – E voi non ci crederete, ma le uve Sangiovese destinate al Tignanello le riconosco da lontano e seguendo il loro profumo. Hanno un’identità spiccata, una sensualità unica. Si tratta di un vino, passatemi il termine, attraente”. Di Tignanello, ogni anno, se ne producono tra le 250 mila e le 350 mila bottiglie. Dipende molto dalle annate. E ci sono annate storiche che meriterebbero di essere bevute e aperte in occasioni speciali (alcune sono introvabili). “Cito la 1975, perché è la vera icona, l’annata del cambiamento e che ci ha presentato il Tignanello come lo conosciamo oggi – dice Cotarella – Si porta dietro lo stile che tutt’oggi è perpetrato nella creazione di questo vino, racconta il cambiamento stilistico fatto rispetto a 5 anni prima. Poi tra le indimenticabili, metto la 1990, il mio primo anno di lavoro tra questi vigneti, la 2001, la 2010 e la 2016”. Il successo di questo vino è dovuto, per Cotarella, “al fatto che sia stato sempre nelle grazie e nelle attenzioni della famiglia Antinori – dice – che è venuto sempre bene indipendentemente dagli enologi che si sono alternati”. Ora un passaggio fondamentale, con l’acquisto dei 4 ettari della storica collina che riescono, dopo oltre 30 anni di tentativi a possedere interamente la storica collina che si trova tra le valli della Greve e della Pesa, nel cuore del Chianti Classico. “Il ritorno in famiglia di questi 4 ettari di terreno della collina di Tignanello mi rende particolarmente orgoglioso – commenta il Marchese Piero Antinori, Presidente Onorario dell’azienda di famiglia – Tignanello, per mille ragioni, è un vino che mi sta particolarmente a cuore, avendo contribuito in prima persona alla sua nascita con la prima annata nel 1971. Un’idea maturata grazie a studi e ricerche, molte delle quali avvenute partendo proprio da quel vigneto, situato in un’area del territorio del Chianti Classico particolarmente vocata alla produzione di vini dalla grande qualità. Un momento storico stimolante, che ha contribuito a rivoluzionare l’allora panorama vitivinicolo nazionale”.

Nato da un’idea di Niccolò e Piero Antinori, germogliata all’epoca dei profondi cambiamenti nel settore agricolo negli anni ’60 e concretizzatasi con il contributo dell’allora enologo Giacomo Tachis, Tignanello è il risultato di alcune felici intuizioni maturate dopo attente ricerche in vigna e viaggi nelle principali terre vitivinicole del mondo. A ricerche ultimate, apparve loro chiaro il grande potenziale che seppero riconoscere in uno specifico vigneto: “76.682 viti di antica vigna chiantigiana, detta Tignanello”. Recitava così il testo di Luigi Veronelli sull’etichetta della prima storica annata, disegnata nel 1974 da Silvio Coppola, celebre grafico e designer del suo tempo. “Tignanello, sia il vino che l’omonima tenuta da cui proviene, sono un vino e un luogo a cui tutta la nostra famiglia è particolarmente legata – commenta Albiera Antinori, presidente di Marchesi Antinori – Il nostro impegno per il futuro sarà quello di mantenere inalterato, e possibilmente migliorare, il carattere e l’anima del vino che gli vengono donati proprio da questo terreno straordinario situato sulle colline del Chianti Classico”. I 4 ettari di vigna saranno reimpiantati nel 2021 a Sangiovese, utilizzando il materiale già presente nell’attuale vigneto.

G.V.