La Federdoc unitamente ad Efow – Federazione Europea dei Vini ad Indicazione Geografica – esprime la propria preoccupazione sul contenuto della cartellonistica esposta durante la Settimana Europea di sensibilizzazione sull’alcol 2024, inaugurata il 3 dicembre nella sede del Parlamento Europeo. I cartelloni esposti presso il Parlamento europeo e visibili fino al termine dell’iniziativa, raffigurano una bottiglia di vino la cui etichetta riporta ingredienti non utilizzati nei prodotti vitivinicoli, come l’etanolo, in quanto non ammessi e contemplati dalla disciplina vigente. In aggiunta, per promuovere la campagna, sulla stessa etichetta è stata riprodotta l’immagine del “Bacco” di Caravaggio utilizzato proprio dal Ministero della Sovranità Alimentare lo scorso Vinitaly per rappresentare il legame esistente nel nostro Paese tra vino e cultura.
“Non è accettabile che una campagna di comunicazione, finanziata dall’Unione Europea e dall’Oms, offra ai consumatori una comunicazione così fuorviante sul prodotto vino rappresentandolo come il frutto di ingredienti non ammessi dalla disciplina europea – commenta il presidente Federdoc Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi – il settore vino per giunta rappresenta ad oggi l’unico settore, tra le bevande alcoliche, che – a livello europeo – si è dotato di regole di etichettatura sugli ingredienti, calorie e valori nutrizionali proprio al fine di informare i consumatori in maniera corretta e di dimostrare la sua trasparenza forte della qualità e salubrità dei propri prodotti”.
Sembrerebbe evidente che, ancora una volta, il vino sia al centro del mirino, travolto da una campagna di stigmatizzazione ormai senza limiti e ragionevolezza. “Non è accettabile che si faccia all’interno del parlamento europeo e quindi all’interno delle istituzioni una comunicazione così fuorviante – dice Matilde Poggi, Presidente della Cevi (Confédération Européenne des Vignerons Indépendants) – Si vedono bottiglie con liste di ingredienti che in realtà non sono ammessi. Sembra, con questa campagna, che passi il messaggio che una bottiglia di vino possa contenere tutti questi ingredienti in realtà vietati. Si parla di “alcol che fa male” e in realtà sono riprodotte solo bottiglie e calici di vino. Una informazione che appare tendenziosa sin dall’inizio. Per questo anche noi abbiamo appoggiato la lettera inviata da Efow”.