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Scenari

L’ultimo atto di Trump: scattano i dazi. Italia salva, ma occhio alla “digital tax” 

12 Gennaio 2021

Scattano i dazi statunitensi contro i prodotti dell’Unione Europea con nuove tariffe aggiuntive all’importazione di parti di produzione di aeromobili provenienti da Francia e Germania, i vini, il cognac e brandy francesi e tedeschi, che sono inseriti nell’elenco dei prodotti tassati a partire dal 12 gennaio 2021.

Lo rende noto la Coldiretti nel sottolineare che si tratta probabilmente dell’ultimo atto sugli scambi commerciali del presidente uscente Donald Trump responsabile dell’avvio della politica dei dazi anche nei confronti dei Paesi partner. Si tratta di un nuovo capitolo della guerra commerciale che contrappone l’Unione Europea agli Stati Uniti nella disputa sugli aiuti al settore aereonautico che coinvolge l’americana Boeing e l’europea Airbus sulla quale è intervenuto anche in Wto autorizzando prima gli usa e poi l’Ue ad applicare dazi. A provocare la nuova ritorsione sono state proprio le tariffe aggiuntive europee entrate in vigore il 10 novembre scorso sui prodotti Usa del 15% per gli aerei che salgono al 25% su ketchup, formaggio cheddar, noccioline, cotone e patate americane insieme a trattori, consolle e video giochi. Una misura autorizzata dal Wto dopo che gli Stati Uniti avevano deciso dal 18 ottobre 2019 negli Stati Uniti una tariffa aggiuntiva del 25% su una lunga lista di prodotti importati dall’Italia e dall’Unione Europea che tuttora colpiscono le esportazioni agroalimentari Made in Italy per un valore di circa mezzo miliardo di euro su prodotti come Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello.

Salvo però il vino italiano che non è colpito neanche dalle tariffe aggiuntive in vigore al 12 gennaio che invece si accaniscono di nuovo nei confronti della Francia, che è il principale concorrente del nettare di bacco Made in Italy su quel mercato, che è già stata colpita precedentemente e che ha visto calare del 37% le proprie esportazioni negli Stati Uniti nei primi nove mesi del 2021 secondo il dipartimento del Commercio Usa. L’aumento dei prezzi del vino francese favorisce la produzione dall’Italia che l’Italia è il primo fornitore con gli americani che apprezzano tra l’altro il Prosecco, il Pinot grigio, il Lambrusco e il Chianti. Non si tratta comunque di un buon segnale, poiché a preoccupare è il contenzioso diretto tra Italia e Stati Uniti sulla digital tax, la tassa sui servizi digitali con un’aliquota del 3% sui ricavi dell’anno precedente sulle grandi imprese digitali con un fatturato di almeno 750 milioni e incassi on line in Italia di 5,5 milioni di euro. Si rischia infatti una ritorsione statunitense che potrebbe colpire l’export agroalimentari Made in italy negli Stati Uniti che rappresentano il primo mercato di sbocco fuori dai confini comunitari per un valore record vicino ai 5 miliardi nel 2020, secondo la proiezione Coldiretti su dati Istat.

In questo contesto sono importanti le affermazioni del commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni che si è detto “ottimista” sul materializzarsi in sede Ocse di una “nuova prospettiva” nel confronto sugli Usa in merito alla tassazione dei servizi digitali. “Con l’elezione del nuovo presidente Biden occorre ora avviare un dialogo costruttivo ed superare uno scontro dagli scenari inediti e preoccupanti che rischia di determinare un pericoloso effetto valanga sull’economia e sulle relazioni tra Paesi alleati in un momento drammatico per gli effetti della pandemia” conclude il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

C.d.G.