Obiettivo: chiudere il contenzioso tra l'Istituto regionale vini e oli di Sicilia entro il 7 dicembre.
Intanto domani Vincenzo Cusumano, direttore dell'Irvo sarà in commissione bilancio. Si cercherà di capire come applicare l'articolo 36 della legge 8/2018 della Regione siciliana (la legge di stabilità regionale) che prevede “al fine di consentire le attività istituzionali dell’Irvo ed in particolar modo l’attività di certificazione delle denominazioni di origine a favore delle aziende olivicole e vitivinicole siciliane, l'acquisto da parte della Regione di beni immobili dell’Irvo”. Beni immobili che, però, al momento risultano pignorati. Un pignoramento che sfiora i 5 milioni di euro a fronte di 3 milioni di euro di debiti da parte di Irvo con VeronaFiere, debiti accumulati tra il 2012 e il 2014. Oggi l'Irvo ha circa 7 milioni di disavanzo, grazie alla nuova gestione che è stata capace di ridurre il debito di due milioni di euro in due anni (erano 9 milioni di euro di disavanza nel 2016). Gli stipendi vengono pagati con regolarità ed ad oggi risultano insoluti solo gli emolumenti di ottobre 2018 che scadevano il 31 ottobre. Dall'Irvo hanno assicurato una soluzione per pagare questa mensilità in tempi rapidi. La volontà di VeronaFiere di evitare lungaggini in tribunale c'è tutta: i vertici di VeronaFiere hanno incontrato il governatore della Sicilia Nello Musumeci e da entrambe le parti c'è stata un'apertura: quella di pagare i debiti da parte della Sicilia, quella di fare uno “sconto” da parte di VeronaFiere. La situazione, insomma, sembra sotto controllo. Perché come ribadito dal nuovo corso dell'Irvo, “i debiti vanno sempre pagati. Ormai l'atteggiamento è questo”. Per quanto riguarda la partecipazione dell'Irvo a Vinitaly nel 2019, questa è assolutamente da escludere. Le aziende siciliane si organizzeranno come lo scorso anno con mezzi propri. L'Irvo si dedicherà solo alle attività di promozione istituzionale.
C.d.G.