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Scenari

Iran, vietato dire e scrivere la parola vino: “No alle invasioni culturali occidentali”

20 Gennaio 2016
Ayatollah_Ali_Khamenei Ayatollah_Ali_Khamenei


(L'Ayatollah Ali Khamenei)

Nel giorno in cui l’Iran si apre al mondo occidentale e cessano le sanzioni economiche che lo hanno isolato dal punto di vista commerciale, l’Iran decide di censurare la parola vino.

Una decisione forte, presa in forte contrasto nella nostra epoca moderna e di apertura e che arriva dall’l’Ayatollah Ali Khamenei per contrastare una “invasione culturale occidentale dell’Iran, che cerca di distruggere l’identità islamica”. La notizia la pubblica “The Telegraph” che dice perché il governo di Teheran stia anche pensando di vietare i nomi di animali e i nomi di capi di Stato esteri.

Il leader supremo del popolo iraniano, dunque, spiega le nuove norme, attraverso Mohammed Selgi, responsabile delle pubblicazioni di libri al ministero iraniano. Tutti i libri saranno letti pagina per pagina per assicurarsi che siano in linea con la promozione dei principi della rivoluzione islamica, che affrontino efficacemente l’assalto culturale occidentale e che censurino eventuali insulti contro i profeti.
Eppure proprio per il vino, il popolo iraniano ha avuto sempre una forte predilezione, viste anche le origini della produzione di vino fatte risalire all’antica Persia (dove risiede ora lo stato dell’Iran), e ha continuato a farlo anche dopo la conquista islamica del VII secolo. Il divieto di bere alcol dopo la Rivoluzione islamica del 1979 non è riuscita a sradicare in maniera definitiva il consumo di vino nel Paese”.

C.d.G.