Valorizzare il Made in Italy è la leva che anima la Direzione Agribusiness di Intesa Sanpaolo. Guidata da Massimiliano Cattozzi, è una rete nazionale composta da 230 punti operativi e 1.000 professionisti al servizio di oltre 79 mila clienti. La rete di Agribusiness si rivolge a un settore composto dalle eccellenze che ci distinguono in Europa e nel mondo, le piccole e medie imprese del settore agroalimentare, inteso nel suo intero ciclo: coltivazione e produzione, lavorazione e trasformazione industriale e, infine, distribuzione. La ricchezza e la laboriosità di questo tessuto produttivo sono le caratteristiche su cui si basa il dialogo continuo che Intesa Sanpaolo, attraverso la Direzione Agribusiness, instaura con gli imprenditori per condividerne i progetti, aiutarli a superare le difficoltà, indirizzando la propria consulenza non solo relativamente ad aspetti creditizi e finanziari, ma abbracciando tutte le sfide con le quali un’impresa moderna si confronta: ricambio generazionale, imprenditoria femminile, sviluppo tecnologico, apertura ai mercati esteri e sostenibilità. In tal senso con Motore Italia transizione energetica, Intesa Sanpaolo ha messo a disposizione 76 miliardi di euro per finanziare le comunità energetiche rinnovabili quindi famiglie e imprese enti del terzo settore che insieme si uniscono per produrre per consumare energia km 0 riducendo il proprio impatto ambientale.
“La nostra presenza a Taormina Gourmet testimonia la volontà di dare forza e sviluppo alle eccellenze agroalimentari italiane che trovano in Sicilia un mercato ricco e in crescita. Lavoriamo per dare supporto alle aziende del comparto consentendo loro di mantenere la propria competitività e accompagnandole nella transizione digitale e green, grazie anche a Motore Italia Transizione Energetica. Un percorso per cogliere in parallelo le opportunità dei bandi del Pnrr, a cui abbiamo consentito l’accesso ad oltre duemila imprese, che si articola anche nell’accesso ai mercati esteri grazie alla nostra rete internazionale e a prodotti finanziari dedicati – ha sottolineato Massimiliano Cattozzi, responsabile Direzione Agribusiness Intesa Sanpaolo. Anche il cambiamento climatico è al centro delle azioni della Direzione Agribusiness di Intesa Sanpaolo, da sempre attenta a riservare al tema della sostenibilità, un ruolo di primo piano nei propri piani. A livello di credito sono destinati alla transizione green importanti progettualità a partire dai finanziamenti denominati S-Loan Climate Change, concessi alle imprese interessate a tutelarsi contro i rischi del cambiamento climatico e a cogliere le principali opportunità derivanti dall’adozione di modelli di business più sostenibili. In questo ambito sono complessivamente 126 di euro quelli erogati nei primi 9 mesi dell’anno con S-Loan Agribusiness. Una conferma dell’impegno di Intesa Sanpaolo nel premiare quelle realtà in grado di ridefinire le strategie d’impresa in chiave di innovazione e sostenibilità, mettendo a disposizione il supporto finanziario necessario ad investimenti con connotazione e valenza Esg.
Un progresso green che passa anche dalle filiere produttive che, come banca, vengono promosse attraverso il Programma Sviluppo Filiere che ha l’obiettivo di valutare e sostenere le piccole e medie imprese, valorizzandone il posizionamento strategico all’interno delle catene di fornitura. Grazie a questo programma, anche le piccole e medie imprese agricole fornitrici possono beneficiare dell’appartenenza alla filiera in termini di politiche di sostenibilità, oltre che di migliori condizioni di accesso al credito. Nel settore agro-alimentare sono stati attivati dalla Direzione Agribusiness 170 contratti di filiera che coinvolgono oltre 6.600 fornitori, oltre 22.000 dipendenti del capofiliera, per un volume d’affari complessivo di 22 miliardi di euro. In parallelo Intesa Sanpaolo opera nell’ambito della finanza emergenziale, offrendo un indispensabile sostegno alla liquidità delle imprese che in determinate situazioni non riescono a farcela da sole. Sono moltissimi gli interventi di Intesa Sanpaolo in questi anni nell’ambito del credito di calamità che vede ben 4,5 miliardi di euro destinati all’emergenza climatica e dedicati a supportare gli operatori del comparto agroalimentare colpiti da calamità naturali.
Si tratta di misure a supporto delle aziende agricole e agroalimentari che hanno subito eventi catastrofici ed eccezionali quali calamità naturali (per esempio frane, alluvioni, etc.), avversità climatiche (gelate, siccità, grandinate, etc.) e malattie infettive o attacchi parassitari su coltivazioni e allevamenti. L’intervento più recente riguarda il diffondersi della peronospora, granchio blu, peste suina africana e la xilella, attraverso sospensione fino a 12 mesi della quota capitale di mutui, finanziamenti a 5 anni con due anni di preammortamento a condizioni agevolate oltre che con finanziamento a breve termine, Prestito Agrario di Gestione. Nelle aree più colpite dagli ultimi eventi avversi e con significative potenzialità di business, come la Sicilia, è stato rafforzato il presidio sul territorio per stare più vicini alle imprese clienti e supportarle in maniera mirata.