Aria di rivolta in Inghilterra.
La decisione del Cancelliere George Osborne di aumentare la tassa doganale sul vino di dieci pence, un ulteriore rincaro che negli ultimi cinque anni è cresciuto del 50% gravando pesantemente sul costo della singola bottiglia. Ad accendere la rabbia di molti produttori e importatori è stato anche il taglio che si prevede per il dazio sulla birra. Alla notizia è seguita la reazione della Wine and Spirits Trade Association che riunisce oltre 300 aziende che producono, importano e vendono vino, dichiarando la manovra ingiusta. L’aumento entrerà in vigore già dalla mezzanotte di domenica prossima. Un colpo al commercio del vino internazionale che vede l’Inghilterra uno dei mercati principali, quello che ha meglio resistito sotto la crisi, insomma uno degli sbocchi più sicuri che ha dato un po' di respiro, e lo sta ancora dando, a molte cantine di tutto il mondo.
L’Associazione avanza anche il dubbio se tale decisione, che sembra seguire la regola di “due pesi, due misure” favorendo un comparto rispetto all’altro, sia consentita nell’Unione Europea, lanciando di fatto un appello a Bruxelles. A preoccupare i wine buyer è l’entità di questa tassa, più alta di tutte le tasse doganali applicate in Francia, Germania, Spagna, Portogallo e Italia.
C.d.G.
fonte: Decanter.com