Capodanno con le bollicine italiane.
Oramai è il trend. Per il brindisi di San Silvestro le stime parlano di circa 72 milioni di bottiglie made in Italy che verranno stappate. Un orgoglio che tocca tutte le regioni del Bel Paese da nord a sud. In primis il Piemonte dove fin dall'Ottocento aleggiava voglia di spumante, trasmessa dalla vicina Francia. Una curiosità che è diventata un vero e proprio faro della spumantistica italiana. L'Alta Langa Docg, che nasce tra le province di Asti Alessandria e Cuneo, ha infatti incrementato nel 2013 le vendite di oltre il 25% con un aumento della produzione pari a seicentomila bottiglia. Un vero e proprio record. Cifre che raccontano del successo di questa tipologia (circa 350mila bottiglie da poco più di seimila quintali di uva Pinot Nero e Chardonnay coltivate ad una quota superiore ai 250 metri) rinata grazie all’impegno di 80 famiglie di agricoltori e 12 aziende.
Le uve di questi spumanti adagiate in alte collline forse estreme per la viticoltura, si rivelano straordinariamnete vocate per la viticoltura. Una ampiezza che si respira anche nei profumi e nella complessità di questo
spumante le cui uve sono coltivate nella zona collinare a destra del fiume Tanaro in ben 146 comuni per una produzione piccola ed orgoglisamente esclusiva. Serietà e caparbietà sono i tratti dominanti di questi viticoltori di alta collina. “le nostre bollicine” ha dichiarato Giluo Bava, presidente del Consozio Alta Langa, “hanno alla base una fortissima e orgogliosa identità agricola con un disciplinare produttivo rigoroso per spumanti esclusivamnete millesimati. Lo spumante Alta Longa porta così con sé i segni della crescita, della condivisione e di un ottimismo frutto di un lavoo ben fatto”.
Rosa Russo