Una delegazione, in giro per l'Isola, ha fatto tappa anche a Noto. Tra le visite, Sambuca di Sicilia e Marsala
Sud Corea chiama Sicilia: la parola universale su cui i due linguaggi superano ogni differenza è anzitutto “vino”.
È per scoprire le mille sfumature del vino siciliano e trovare il vitigno giusto da poter coltivare in Sud Corea che una folta delegazione ieri mattina ha fatto tappa a Noto e si sposterà oggi tra Sambuca di Sicilia e Marsala. La delegazione, composta da una decina di persone tra funzionari delle Politiche Agricole sud coreane, sommelier, giornalisti e manager, proviene da Yeongcheon, tra le città più importanti per produzione di vino nel Paese asiatico. L’incontro è stato pianificato grazie all’accoglienza del Comune di Noto e alla collaborazione dell’associazione Strada del Vino Val di Noto, che ha allestito nella Loggia del Mercato una degustazione di vino e prodotti tipici, dopo una passeggiata alla scoperta delle bellezze senza tempo del giardino di pietra del barocco netino. Tra gli scopi della missione, oltre che allacciare relazioni istituzionali e possibili sviluppi commerciali, c’è quello di trovare il vitigno giusto che si possa adattare al terroir di Yeongcheon, sottoposto a rigidi inverni: ”La storia del vino in Sud Corea è abbastanza giovane, la prima grande vinificazione risale a circa 30 anni fa- ha spiegato Chaniun Park, vice presidente dell’Associazione Internazionale Sommelier coreana-; i vitigni coltivati attualmente sono soprattutto da frutta e non da vinificazione. Vogliamo studiare il territorio siciliano per trovare e sperimentare qualche innesto che funzioni anche in Sud Corea”.
Entusiasta il Direttore Generale delle Politiche Agricole di Yeongcheon, Jaesic Jung. “Siamo stati a Roma per il trentennale delle Città del Vino. Un posto meraviglioso e ricco di arte e cultura; ma volevo venire in Sicilia, terra affascinante e ricca, anche per approfondire le nostre conoscenze nel settore vitivinicolo: la nostra città è la prima produttrice di vino in tutta la Corea del Sud. Ho trovato una città stupenda, ho tre figli e quando si sposeranno consiglierò loro di venire a Noto”.
Il gruppo si è poi spostato presso due aziende del luogo: Zisola, azienda vitivinicola della famiglia Mazzei, ha accolto i visitatori con un light lunch e una lunga passeggiata tra i vigneti; l’azienda Busulmona della famiglia Di Pino, invece, ha fornito approfondimenti sul modello di gestione di azienda agrituristica a conduzione familiare, a cui la delegazione sud coreana è particolarmente interessata per poterne sviluppare delle esperienze in patria: “Il nostro segreto? – ha risposto Gaetano Di Pino alle domande del Direttore generale – Amore per il lavoro che svolgiamo, passione per i luoghi che viviamo e un forte legame con la famiglia, che nel nostro caso è anche un’unità produttiva”. A dimostrazione che ci sono alcune parole, proprio come “vino”, “territorio” e “famiglia”, che trovano un posto inequivocabile in ogni vocabolario.
C.d.G.