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Scenari

In Sicilia pronti ad una Catarratto revolution? Di Bella: è l’uva del futuro e vi dico perché

15 Agosto 2022
catarratto catarratto

Con il suo Catarratto 2017 ha conquistato due medaglie d’oro in due concorsi importanti. A Francoforte e poi al concorso enologico organizzato da Città del Vino. Ma qui ne parliamo per ampliare il ragionamento.

Il Catarratto è il vitigno siciliano del futuro? Sebastiano Di Bella ne è fortemente convinto. E qui parla da vignaiolo e non per il suo ruolo istituzionale di presidente dell’Irvo in Sicilia. Esordisce Di Bella: “È il momento di una Catarratto Revolution. Sì, sembra una battuta e lo è. Ma non troppo. Voglio dire: abbiamo un’uva versatile, molto versatile, che è fortemente siciliana e ha caratteristiche che può portare a grandi vini bianchi purché si sappia lavorare molto bene in vigna e, ovviamente, in cantina. Purchè le si dedichi l’attenzione che è data a uve reputate più “prestigiose” E allora vogliamo crederci tutti insieme? Io vorrei fare la mia parte di produttore”. Sebastiano Di Bella ha una cantina a pochi chilometri da Palermo. “Coltiviamo circa venti ettari di Catarratto cosiddetto comune, ma abbiamo anche una parte di Lucido – spiega Di Bella – La principale caratteristica di questi vigneti è che si trovano sopra i 500 metri di altitudine, a sud di Palermo. Siamo nell’alta Valle dello Jato. Queste uve beneficiano di alte escursioni termiche che consentono profumi delicati e acidità significative, quindi eleganza e potenziale di longevità. E il Catarratto esprime caratteristiche diverse in altri territori siciliani dimostrando una grande capacità di adattamento. Ma non c’è solo quest’aspetto viticolo a suggerirmi di prestare attenzione. Ci sono anche altri aspetti”. 

(Sebastiano Di Bella)

E qui Di Bella snocciola aneddoti e cifre. “La prima cosa che mi viene in mente è che la prima testimonianza di uva siciliana è proprio del Catarratto nel 1512, dato molto significativo per la sua importanza, che ci rinvia a un’epoca ancora più antica Seconda caratteristica è l’unica uva siciliana che è coltivata dall’Etna a Trapani. E tutto questo significa che il Catarratto è molto versatile e ambientato ai diversi microclimi della Sicilia. E in termini moderni e l’uva più sostenibile perché si è acclimatata meglio di altre, meno bisognosa di cure, per esempio, rispetto al Nero d’Avola che invece è più delicato. Coltivabile anche in montagna, ha minori esigenze idriche. E in un momento di estati sempre più calde e siccitose rappresenta un punto di forza. Nel passato era importante perché dava grado e quantità, parametri fondamentali in quella viticoltura. Oggi può dare eleganza, freschezza, longevità. Serve una Catarratto revolution. Con i suoi 34 mila ettari è una delle uve più coltivate al mondo, e questa è una grande opportunità. Per dare un’idea, con le necessarie differenze, ha il potenziale per diventare una sorta di prosecco siciliano. Per me è l’uva siciliana del futuro”.

Di Bella nella sua azienda produce tre tipi diversi di Catarratto. Il primo fa solo acciaio, un secondo cinque mesi di legno, un terzo macerazioni lunghe sulle bucce. E ognuno esprime in maniera diversa il grande potenziale di quest’uva. Non è facile declinare altri vitigni in diverse espressioni con tanta facilità. Difficile adesso invece affermare se esiste un Catarratto di montagna, scenario che suggestiona parecchi produttori siciliani. Spiega ancora Di Bella: “Non so se esista tipologicamente. Siamo quasi all’anno zero, c’è da studiare molto, abbiamo ritardi da recuperare anche su molte altre varietà. Va approfondito il potenziale enologico e commerciale. Abbiamo un grande patrimonio al quale abbiamo prestato poca attenzione, anzi che é stato trascurato. I vitigni internazionali hanno sancito trenta anni fa il rinascimento del vino siciliano. Dal punto di vista commerciale è stato un momento felice, ma non so quanto pagante nel lungo periodo. Il futuro ha spazio per il ri-lancio del Catarratto”. E allora tre mosse per la Catarratto revolution? “Ricerca, divulgazione all’interno degli addetti ai lavori e poi promozione, promozione, promozione. Il Catarratto siamo noi siciliani”.

F. C.