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Scenari

In Puglia troppo caldo e si rischia il “crack cereali”: “Chiesto lo stato di calamità”

28 Giugno 2017
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di Maria Giulia Franco

Caldo torrido in Puglia. In provincia di Bari, danni ingenti a causa delle alte temperature e della siccità soprattutto sull'altopiano della Murgia. 

Lo denuncia Coldiretti secondo cui è in atto il “crack dei cereali”. “Abbiamo chiesto la dichiarazione di stato di calamità – dice il Delegato confederale, Angelo Corsetti – al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, all'assessore all'Agricoltura Di Gioia, ai Prefetti di Bari e BAT, perché la siccità ha determinato un crollo delle rese e il conseguente mancato reddito per gli agricoltori. Parliamo di un crollo dal 30% minimo con punte fino al 70% della produzione di grano sull'altopiano della Murgia. Addirittura alcuni stanno decidendo di non trebbiare le lenticchie, a causa della scarsa raccolta di prodotto che non consentirebbe di recuperarne i costi. Le piogge sono crollate del 76% rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, passando dai 237 millimetri dell'anno scorso ai 57 a giugno 2017”. Gli effetti sull'agricoltura – secondo Coldiretti – “sono evidenti e preoccupanti, dato che i quantitativi di acqua accumulati negli invasi continuano a registrare una progressiva differenza negativa a causa della drastica diminuzione di piogge. La siccità ha attanagliato per mesi il granaio d'Italia delle province di Foggia e Bari e aspettiamo di verificare gli effetti reali sugli ulivi. Sarà certamente necessaria l'irrigazione di soccorso per alleviare le coltivazioni pugliesi dall'arsura”.

Secondo l'elaborazione di Coldiretti Puglia dei dati forniti dal Consorzio di Bonifica della Capitanata, ad oggi il livello di metri cubi d'acqua è pari a 230 milioni di metri cubi d'acqua, contro i 267 dello stesso periodo dell'anno scorso, con un calo di 36,9 milioni. “La situazione è allarmante – aggiunge il Direttore di Coldiretti Bari, Marino Pilati – perché la mancanza di acqua sta provocando un forte abbattimento del reddito delle imprese agricole e un'elevata perdita di economia indotta. Si registra, infatti, una diminuzione secca delle giornate lavorative offerte dall'agricoltura, ma anche una decisa contrazione della spesa a monte e a valle del settore primario”.