di Manuela Zanni
Sabato 16 maggio i ristoratori siciliani scenderanno in piazza Verdi a Palermo dalle 18 alle 21 per manifestare contro le possibili linee guida che verranno emanate dal Governo nelle prossime ore circa la modalità di riapertura prevista dal prossimo 18 maggio per il comparto ristorativo.
La notizia è stata comunicata nel corso di una riunione alla quale hanno partecipato tutti quei i ristoratori che in Sicilia, come in tutta Italia, hanno deciso di stabilire una linea di condotta comune che li aiuti a fronteggiare questo momento e di rappresentare un fronte compatto in opposizione ai dettami del Governo ritenuti rigidi e impossibili da applicare.
Per questo motivo, che siano in divisa con gli abiti da lavoro o con quelli di tutti i giorni i ristoratori palermitani indosseranno una fascia nera al braccio in segno di lutto per il settore lavorativo e porteranno una bandiera tricolore come simbolo della Repubblica italiana. Obiettivo comune a tutti è evitare il fallimento trovando delle misure alternative che consentano la sostenibilità economica dell’attività di ristorazione.
“L’imposizione di eccessive distanze tra clienti, la complessità delle procedure di sanificazione , l’utilizzo di divisori in plexiglass, le misure restrittive sui sistemi di aerazione e condizionamento, o ancora, l’attribuzione al titolare del locale della responsabilità diretta in relazione al comportamento individuale di terzi all’interno dell’attività, solo per citare alcune delle ipotesi di rimodulazione contenitive della ristorazione contenute in un documento dell’Inail, ancora in bozza, sono norme che renderebbero impossibile la ripertura per la maggior parte delle realtà italiane”, dice Nello Occhipinti, chef patròn del ristorante Verdechiaro di Palermo insieme alla moglie Daniela tra i promotori della manifestazione.
La realizzazione di opere per il contenimemento del virus come l’acquisto delle attrezzature e di tutte le misure di sicurezza necessarie e lo scudo fiscale che preveda per 18 mesi la sospensione del fallimento e dei contenziosi e la revoca di ogni contribuzione sono alcune delle richieste stilate nel Mio, Manifesto Imprese Ospitalità, un movimento libero e apartitico di imprenditori, in attesa di conoscere i dettagli del decreto ministeriale.