Il vino è ambasciatore nel mondo dell'Italian way of life inteso come qualità, genuinità, stile di vita.
“Quello cooperativo narra le storie di 148.000 soci produttori di 498 cantine che fatturano 4,3 miliardi di euro, di cui 1,8 arrivano dall'export. La speciale classifica Mediobanca fotografa 3 cantine cooperative tra le prime 5 cantine italiane e 10 tra le prime 20. Oltre 6 bicchieri di vino su 10 vengono dalle nostre cantine. Il vino italiano parla cooperativo”. E' quanto emerso dalla ricerca presentata dal Censis in occasione della presentazione, presso il Mipaaf-sala Paola Clemente, del nuovo appuntamento enologico, Vi.Vite, promossa dall'Alleanza delle Cooperative Agroalimentari il 25 e 26 novembre a Milano (leggi qui).
Nel 2016, precisa ancora il Censis, i consumatori in Italia hanno superato i 28 milioni. Si è ridotta la quantità di grandi bevitori. La sorpresa viene dai millennial (18/34 anni): uno su due è consumatore di vino. Si distinguono nettamente dai loro coetanei del Nord Europa dove prevale un consumo di alcol elevatissimo e di bassa qualità. Questa schiera di giovani enoappassionati sono anche i principali visitatori di sagre e feste locali, ristoranti e trattorie che dispongono di vini di qualità, così come sono i primi nei i flussi turistici diretti a località celebri per l'enogastronomia. In generale, gli italiani bevono vino made in Italy: per 9 italiani su 10, la qualità e l'italianità rappresentano i driver nella scelta del vino. Bene dunque i vini delle realtà sociali sia per legame al territorio che in fatto di qualità: i vini cooperativi rappresentano uno scrigno di Dop (52%) e di Igp (65%).
C.d.G.