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Scenari

Import di prodotti agricoli dal Marocco: l’Ue non dice no, mazzata per la Sicilia

20 Marzo 2016
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Il commissario Hogan respinge la proposta di attivazione della clausola di salvaguardia per fermare l'arrivo di arance e pomodori. L'eurodeputata Giuffrida: “La battaglia prosegue”

 

Dopo l'olio tunisino anche i pomodori e le arance dal Marocco. Da Bruxelles arrivano brutte notizie per il Sud Italia e la Sicilia in particolare. 

Dopo avere approvato un significativo aumento delle importazioni di olio tunisino per i prossimi due anni mettendo in difficoltà il comparto produttivo e gli stessi consumatori italiani, ora l'Unione Europea dice di no alla proposta di attivare la clausola di salvaguardia per fermare l'import crescente di prodotti agricoli dal Marocco che compromettono la tenuta dei prezzi per i produttori del Sud Italia e della Spagna di pomodori e arance.

“Quell'accordo, soprattutto nell'ultimo anno – spiega l'eurodeputata Michela Giuffrida – ha creato forti squilibri al mercato agricolo siciliano, sia quello agrumicolo che ortofrutticolo. La caduta dei prezzi del pomodoro nostrano di più del 40% negli ultimi mesi del 2015 e nei primi mesi del 2016 ha acuito una crisi già evidente e rende ora necessario attivare, prima che sia troppo tardi, misure urgenti che salvino un comparto ormai allo stremo. Proprio per questo, ben consapevole della non più sostenibile situazione di agricoltori e produttori di una terra a fortissima vocazione agricola, e dove opera il più importante mercato ortofrutticolo del Sud, avevo presentato nei primi giorni di febbraio l'interrogazione alla Commissione Europea che denunciava la massiccia impennata di prodotti agricoli marocchini esportati in Europa, stimata da alcune organizzazioni spagnole addirittura nel 75% in più rispetto all'anno precedente. Con l'interrogazione chiedevo al Commissario Hogan che applicasse senza indugi la clausola di salvaguardia prevista dall'accordo stesso che scatta quando un prodotto «é importato in quantità maggiorate e in condizioni tali da provocare o minacciare di provocare pregiudizio grave ai produttori o gravi problemi in qualsiasi settore dell'economia». Tutte ipotesi negate dal Commissario – sottolinea Giuffrida – per il quale non esistono gravi perturbazioni del mercato che giustifichino la attivazione della clausola.  «La situazione del mercato dei pomodori – scrive Hogan in risposta alla mia interrogazione – é influenzata dalle temperature elevate che si sono registrate recentemente. Il clima mite ha anticipato i raccolti e concentrato gli approvvigionamenti e ha comportato un deterioramento dei prezzi a partire dal dicembre 2015. Tale tendenza negativa si è invertita all'inizio di febbraio e in Spagna è stato registrato un notevole aumento dei prezzi. D'altro canto, le attuali importazioni nell'UE di pomodori dal Marocco – ribatte Hogan – sono solo leggermente superiori alla media delle importazioni delle ultime 3 stagioni, con un incremento del 6% a novembre2015, del 7% a dicembre 2015 e del 9% a gennaio 2016».


(Michela Giuffrida – ph Chiara Schillaci)

Dunque – si chiede Giuffrida – dobbiamo arrenderci? Tutt'altro! L'ho ribadito anche oggi, durante il partecipato incontro che la Cia ha organizzato a Catania alla presenza del presidente nazionale Dino Scanavino. E' invece il momento di rilanciare e combattere con forza, con il sostegno del Governo, delle associazioni di categoria, dei produttori e degli agricoltori perché la Commissione europea torni sui suoi passi con nuovi dati che il Governo italiano è pronto a fornire. Il Ministro Martina – prosegue Michela Giuffrida – si è impegnato a ribadire la richiesta fornendo stavolta alla Commissione dati italiani che finora mancavano e per questo gli uffici del Ministero dell'Agroalimentare sono impegnati nella redazione di una relazione tecnica che possa confutare i dati forniti dalla Commissione dimostrando il calo del 50% delle vendite del pomodoro nostrano. Al contempo bisogna ricorrere alla programmazione produttiva come misura eccezionale per far calare la produzione, un provvedimento già pensato per l’eccesso di offerta di prodotto del settore lattiero caseario in seguito alla fine delle quote latte ma ipotizzabile anche per individuare strumenti per sostenere lo stoccaggio e soprattutto misure per la promozione dei prodotti agricoli ed agroalimentari. Infine – aggiunge l'eurodeputata – ribadire l'esigenza di più consistenti aiuti “de minimis” dato che il Commissario Hogan si è detto disponibile ad accettare un aumento temporaneo della soglia de minimis, ossia un massimale di aiuti pari a 15.000€/azienda agricola/anno senza massimale nazionale”.

C.d.G.