di Emanuele Scarci
Una società che nel 2020, causa covid, ha fatturato 75 milioni di euro e che secondo la famiglia Illy vale 150 milioni.
Il Polo del Gusto cerca un partner entro l’estate che sia disposto ad acquisire una quota del 20-40% della subholding degli imprenditori triestini. E successivamente procedere alla quotazione delle varie società controllate: il té di Damman, il cioccolato Domori e quello inglese di Prestat, il Brunello di Montalcino di Mastrojanni e le conserve di Agrimontana. “La nostra valutazione attuale della società è di 150 milioni – dichiara a Cronache di Gusto il presidente Riccardo Illy – che aumenterà in proporzione al capitale che apporterà il partner finanziario. Il margine operativo consolidato 2019 del Polo del Gusto era di circa 5,9 milioni. Quello 2020 non è ancora noto non essendo stato approvato il bilancio”. Eccessivo valutare l’azienda 25 volte il Margine operativo lordo, solitamente si sta intorno a 15 volte? “Il multiplo di 15 è usato per società del settore food con posizionamento mass-market/premium – replica Illy -. Le nostre sono società superpremium; non ci sono comparables e quindi ci collochiamo a metà strada con le società luxury”.
Operazione valore
La ricerca del partner è stata affidata all’advisor finanziario Mediobanca ma in realtà il sondaggio di Illy va avanti da almeno un paio d’anni. Si tratta di individuare il giusto valore della subholding che fino al 2018 aveva lavorato con successo su alcune attività in rosso strutturale, come Domori. Poi quando nel 2019 si è arrivati all’utile è arrivata la pandemia che ha inevitabilmente fatto fare un passo indietro a tutto il gruppo. Il fatturato complessivo del Polo del Gusto, che era di 89 milioni nel 2019, è scivolato del 15,7% a 75 milioni nel 2020. Domori ha perso il 5% dei ricavi a circa 18,5 milioni, Mastrojanni il 10%, Dammann il 15% e Agrimontana il 20%.
Sogno Barolo
Che farà Illy con le risorse del partner finanziario? Sono finalizzate a nuove acquisizioni: per esempio Illy accarezza da anni il sogno di una cantina del Barolo (già individuata) e arrivare alla maggioranza in Agrimontana, oggi al 40%. Altri possibili target sono produttori di biscotti e caramelle internazionali da 10-20 milioni di fatturato.
