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Scenari

Il Veneto modifica la percentuale delle uve da mettere a riposo per Recioto e Amarone

14 Settembre 2016

Accogliendo le richieste del Consorzio di tutela vini Valpolicella, la Regione Veneto ha modificato per la vendemmia 2016 la percentuale della resa delle uve da mettere a riposo per la produzione del Recioto della Valpolicella e dell’Amarone. Rispetto ai disciplinari di produzione delle due Docg che individuano nel 65% il quantitativo massimo di uva da mettere a riposo, pari a 7,8 tonnellate per ettaro, i quantitativi per l’attuale vendemmia non dovranno superare le 4,80 tonnellate per ettaro, pari a 19,20 ettolitri di vino finito per ettaro.

“Si tratta di una decisione assunta in considerazione della situazione congiunturale e tenuto conto delle disponibilità dei vini attualmente in fase maturazione – spiega l’assessore all’Agricoltura Giuseppe Pan – Con questa operazione di contenimento del quantitativo delle uve da destinare all’appassimento nella misura massima del 40%, si intende assicurare anche per il futuro redditività ai produttori vitivinicoli attraverso una maggiore stabilità dell’offerta delle due Docg. Nel contempo, la Regione Veneto impegna il Consorzio di tutela a predisporre con tempestività l’analisi dei meccanismi produttivi, recependo così le indicazione delle organizzazioni professionali di categoria appositamente convocate a Verona”.

“Avevamo inviato le nostre perplessità alla Regione Veneto – dice Sabrina Tedeschi, a capo delle Famiglie dell’Amarone – Ci siamo opposti perché puntiamo sulla qualità e non sulla quantità. Il taglio netto della produzione, fatto per tenere alta la redditività di tutti, secondo noi nonfunziona. Nelle cattive annate avrebbe un senso e tra l’altro è stato utilizzato anche nel 2009, e serve proprio per limitare la produzione ai grappoli migliori, ma nelle altre si è dimostrata una misura poco efficace e poco idonea per tenere sotto controllo la produzione di un territorio. Bisogna lavorare in maniera diversa”. Secondo la Tedeschi, la scelta della Regione Veneto avrà pesanti ripercussioni sui piccoli e medi produttori. Questo perché i grandi produttori hanno a disposizione tanti ettari di vigneto. “I grandi lavorano anche con rese inferiori al 40 per cento, mentre produttori che hanno speso molto in collina e che riescono a gestire tutta la filiera in maniera virtuosa, creando valore aggiunto e lavorando per il bene del territorio, si vedranno ridotta la produzione di anno in anno, senza avere certezze. Ora penso sia arrivato il momento di una zonazione che permetta di intervenire in maniera adeguata sulle singole aree produttive, e di un intervento a lungotermine, lavorando tutti insieme al futuro del territorio. Ma serve tanto dialogo”.

C.d.G.