L'ipotesi di reato è frode nell'esercizio del commercio
I Carabinieri del Nas di Udine hanno eseguito perquisizioni su disposizione della Procura in 17 aziende del Friuli e fuori regione produttrici di Sauvignon.
Secondo quanto si è appreso, i carabinieri sospettano che in queste aziende sia stato impiegato un esaltatore di aromi non previsto dal disciplinare di produzione di vini Doc. La sostanza non è dannosa per la salute. L'ipotesi di reato per il quale è stato aperto un fascicolo in Procura è frode nell'esercizio del commercio.
Le 17 aziende vitivinicole perquisite sono sparse tra le province di Udine e Gorizia e (soltanto due) fuori regione. Nel corso della produzione sarebbe stato aggiunto un esaltatore del sapore che non proviene dalla spremitura dell’uva, bensì da operazioni di tipo chimico. Una sorta di aroma “aggiuntivo” che comunque non risulta in alcun modo dannoso alla salute dell’uomo.
A rifornire le aziende finite nel mirino della Procura sarebbe stato un chimico friulano che produceva e vendeva loro la sostanza proibita. Sono state proprio le segnalazioni di alcuni viticoltori che di quella sostanza non hanno mai voluto fare uso a mettere sul chi va là gli investigatori, segnalando loro i suoi traffici. A quanto appreso, tra le 17 aziende sottoposte a perquisizione e presenti nelle zone del Collio e dei Colli orientali del Friuli, figurano anche i nomi di etichette molto note e con un vasto mercato commerciale. Per tutti, chimico compreso, l’ipotesi di reato contestata è il concorso in frode nell’esercizio del commercio.
C.d.G.