Giornale online di enogastronomia • Direttore Fabrizio Carrera
Scenari

Il prodotto dell’anno 2025 (secondo noi)

31 Dicembre 2024
Il prodotto dell'anno secondo noi - ph Foundry Co da Pixabay Il prodotto dell'anno secondo noi - ph Foundry Co da Pixabay

Quale sarà il prodotto dell’anno 2025? Difficile a dirlo. Noi, ci abbiamo simpaticamente provato a stilare una nostra lista di quelli che potrebbero diventare i prodotti dell’anno che sta per arrivare. Ed è curioso leggere come ognuno di noi la pensi in maniera diversa. E secondo voi? Quale potrebbe essere il prodotto del nuovo anno. Fatecelo sapere nei commenti e tanti auguri!

FABRIZIO CARRERA
KIMCHI
Quando apri un vasetto di kimchi di cavolo i commensali si dividono. C’è chi storce il naso e chi apprezza l’odore acre sprigionato dall’ortaggio fermentato. Noi siamo tra questi ultimi. Iniziate a prendere confidenza con questa parola e con questo prodotto. Il kimchi è semplicemente un cibo ottenuto dalla fermentazione di una o più verdure. Perlopiù si tratta di cavolo. È una preparazione tipica della cucina coreana. Alcune aziende hanno cominciato a produrlo anche in Italia: lo trovate per il momento in vasetti di vetro nei supermercati più radical chic. Ma siamo sicuri che si diffonderà sempre di più. L’elenco dei benefici apportati al nostro organismo è lunghissimo. Dal contrasto all’obesità, alla capacità di ridurre il colesterolo. E tanto altro ancora. Un super food, insomma. Non so se sia tutto vero ma è molto probabile. Mi soffermerei solo su un aspetto: mi piace. E mi piace anche perché è un altro esempio di quanto la cucina non conosca confini. Un cibo dell’Estremo Oriente che piace in Europa. Così come i coreani (e i vicini giapponesi) vanno fuori di testa per l’olio extravergine italiano. Altro super food. Viva gli scambi gustosi.

GIORGIO VAIANA
CAFFE’ 
Tornato alle cronache da qualche giorno, la bevanda nera più amata degli italiani, ha voglia di riscatto. E lo avrà. Sempre più l’attenzione meticolosa nella scelta delle materie prime da parte di chi il caffè lo produce e lo vende. E sembra ci sia una voglia di rivalsa da chi il caffè lo prepara, con sempre più voglia di studiare tecniche, metodi e modi perfetti per servirlo al meglio al cliente di turno. In fondo, bastano pochi accorgimenti per servire un caffè che sia degno di essere chiamato tale al cliente. E che non fanno poi perdere tempo. Ne citiamo due: pulire la macchina prima di preparare il caffè e far scorrere un po’ d’acqua calda. Diamo per scontato che si sia scelto un grande caffè. Allora amici lettori e lettrici, cominciamo noi stessi a fare il passo: “rimproveriamo” bonariamente chi non segue il minimo delle regole per servirci un grande caffè nei locali. E godiamoci in santa pace quel minuto di grande bontà…

STEFANO BAGNACANI
IL MEUNIER IN PUREZZA
Da underdog della Champagne, a uva regina, inclusiva, fresca e bellissima. Tra la borghesia poco sfidante degli Chardonnay puri, alla tensione spesso autoreferenziale dei Pinot Nero puri d’avanguardia, il Meunier in purezza è la terza via che unisce, in un mondo polarizzato e diviso. Dalle critiche emozioni di Les Béguines, alle etichette naive di Pinot-Chevauchet, passando per il progetto Champagne Cohésion, che parla (in parte) italiano, ogni volta che trovate un Meunier puro in carta, fatelo vostro, vi auto ringrazierete.

TITTI CASIELLO 
E-BOOK READER
Per una da foglio e penna quando mi è arrivato questo strano rettangolo con il display illuminato e un pennino attaccato sul suo lato destro non sapevo davvero che farci. Un paio di ore, il tempo per familiarizzarci, ed è diventato, invece, la versione 2.0 dei miei mille post-it disseminati per casa. Un quadernetto capace di mettere ordine nella mia testa tanto nei miei appunti, con la possibilità di cancellare, riscrivere, convertire in word la mia scrittura autografa e poi trasformarla anche in pdf. Ed eccolo lì il mio articolo pronto e già inviato pure in redazione. O fare grafici, scarabocchi, coniglietti e faccine, mentre organizzo nei folder i miei schemi per una riunione o le note delle mie degustazioni. Insomma, un piccolo computer senza tastiera o la versione evoluta di penna e calamaio. E nei tempi lobotomizzati in cui viviamo, dove l’AI sempre voler a tutti i costi dimostrare l’inettitudine umana, questo piccolo rettangolo col display illuminato, metà uomo metà macchina, mi è parso un curioso cyborg, portatore sano di una “new-stalgia”, tra innovazione e passato che sanno tenersi per mano in modo carezzevole. Io provo quest’anno di convivenza insieme, vediamo come va.

ROBERTO CHIFARI
PANE
È il prodotto che dovrebbe stare sulle nostre tavole ogni giorno, il compagno delle nostre colazioni, merende o dei pasti principali. Per farlo è necessario educare il consumatore ad un uso consapevole di un alimento fondamentale per la nostra dieta. Impegniamoci per mangiare pane di qualità, ottenuto da farine non trattate e fatto giornalmente da maestri panificatori certificati. Il pane non è un alimento che dovrebbe durare dal mattino alla sera, ma è un cibo che può durare diversi giorni. No al pane rigenerato, congelato, a quello della grande distribuzione, al pane non tracciabile o a quello finto artigianale. Mangiamo meno, ma puntiamo di più sulla qualità. Lo dobbiamo prima di tutto a noi stessi.

GIOSETTA CIUFFA
OLIVE DA MENSA
Un prodotto tipico italiano che finalmente comincia a ricevere l’attenzione che merita da parte dei consumatori. È per me il prodotto dell’anno poiché, assaggio dopo assaggio, si è andata delineando una mappa territoriale capace di regalare un mondo di sapori in innumerevoli preparazioni: olive al naturale, in salamoia, grinze, infornate, condite… Tante ricette per un prodotto versatile che assicura gli stessi benefici salutistici dell’olio evo di qualità e anche tanto gusto in più, senz’altro più comprensibile da chi le consuma rispetto all’olio extravergine che (ahimé) ancora lotta per trovare il giusto posto sulle tavole degli italiani.

GIADA GIAQUINTA
(PATTO DELLA) CARBONARA
Immancabile sulle tavole degli italiani, nota e amata in tutto il mondo, la pasta è un prodotto di eccellenza che vanta un legame profondo con il territorio e le sue materie prime di qualità. Alimento cardine della dieta mediterranea, declinata in numerose varianti, riuscirà a mantenere il suo carattere democratico quest’anno a Roma in occasione del Giubileo? Il “patto della carbonara” è la proposta di alcune associazioni di consumatori per fissare il prezzo di questo noto primo piatto, alla luce del già evidente incremento dei prezzi di alberghi e ristoranti alla crescita della domanda, con l’obiettivo di scongiurare speculazioni dei prezzi nei ristoranti romani.

ENRICA IACONO
PASTA
Nel 2025, la pasta si conferma uno dei simboli della cultura gastronomica italiana. È un patrimonio che racconta storie di identità. La Sicilia, in particolare, sta portando avanti un percorso per ottenere il riconoscimento della pasta come prodotto Dop (Denominazione di Origine Protetta), un passo che valorizza le sue specificità territoriali e la qualità delle materie prime locali. Le tecniche di produzione, tramandate da generazioni, si fondono con l’impegno contemporaneo di preservare l’eccellenza del prodotto. È essenziale oggi avviare una strategia di comunicazione che ne metta in luce i benefici, sfatando i pregiudizi che troppo spesso la vedono “accusata” per il suo contenuto di carboidrati e calorico. Valorizzare la pasta non solo come alimento, ma come simbolo della cultura e della qualità italiana e siciliana, è un passo per proteggerne il valore e promuoverne l’autenticità.

FEDERICO LATTERI
TROLLEY PER IL VINO
Ormai da diversi anni non è più possibile trasportare bottiglie di vino in aereo come bagaglio a mano in cabina. Qualche volta le mettiamo nella valigia da imbarcare in stiva, in mezzo a vestiti e qualsiasi altra cosa in grado di attutire eventuali urti ed evitare danneggiamenti, con un rischio di rottura, che però, seppur molto basso, resta sempre. Potremmo spedire il vino direttamente a casa, cosa non sempre possibile per vari motivi, ma comunque portare le bottiglie con sé è proprio un’altra cosa. Oggi in commercio possiamo trovare valigie dedicate al trasporto di bottiglie di vino. Si tratta di trolley con la parte esterna particolarmente rinforzata e lo spazio interno che ospita una speciale struttura antiurto, nella quale è possibile riporre il nostro prezioso contenuto nel modo più sicuro. Conosco un’azienda che produce tre modelli con capacità da 5 a 12 bottiglie, ma non escludo che ce ne siano altre e sono sicuro che a breve sul mercato arriveranno diverse proposte. In questo modo i vini che abbiamo degustato o che cercavamo da tempo arriveranno sulle nostre tavole o nella nostra cantina senza particolari rischi, viaggiando nella stiva di un aereo, in treno o in qualsiasi altro mezzo.

IRENE MARCIANO’
CIOCCOLATO
È un piacere senza tempo, che affonda le radici nei Maya, i quali scoprirono il potere del cacao trasformandolo in una bevanda sacra, degna degli dèi. Da simbolo di lusso e piacere riservato a pochi, oggi il cioccolato è molto di più. È un incontro tra sostenibilità e innovazione, un prodotto che porta con sé una nuova consapevolezza sociale grazie alla crescente attenzione verso processi produttivi etici e trasparenti. È tradizione e qualità, per via del movimento bean-to-bar che traccia l’intera filiera dal chicco alla tavoletta. Ma il cioccolato è anche arte. È un ingrediente che si trasforma sotto le mani degli chef, diventando scultura e design grazie alle tecnologie più avanzate. Per i bimbi è una magia, un compagno di giochi, di condivisione e di sorrisi e per noi adulti, è un ritorno alla spensieratezza dell’infanzia, un gesto che ci regala un piccolo momento di coccola. Con i suoi innegabili benefici per la salute e la sua capacità di stimolare tutti i sensi, il cioccolato non smetterà di sorprenderci neanche nel 2025, raccontandoci ogni volta una storia che abbraccia passato, presente e futuro.

ALESSANDRA MELDOLESI
LEGUMI
Mi auguro che la creatività si concentri sui legumi, alimento dalle potenzialità largamente inespresse, perché “povero”, vera alternativa sostenibile alle carni coltivate super processate.

CLARA MINISSALE
FRUTTI TROPICALI SICILIANI
Avete mai assaggiato un mango o un avocado prodotti sull’Isola? Se non lo avete mai fatto, provvedete immediatamente e capirete perché ho scelto loro come prodotto dell’anno. Dolci, succosi, ricchi di nutrienti e, soprattutto, prodotti vicino casa. Basta acquistare frutta tropicale che fa il giro del mondo per arrivare sulla nostra tavola. In Sicilia, che ormai, come dicono gli scienziati, va verso la tropicalizzazione, se ne produce di buonissima. Acquistiamo questa e faremo un favore all’economia locale e al pianeta.

STEFANIA PETROTTA
KOMBUCHA
Declinata al femminile o al maschile che dir si voglia, questa bevanda viene prodotta da millenni attraverso la fermentazione di qualsiasi tipologia di tè, insieme a zucchero di canna e Symbiotic Culture of Bacteria and Yeast, per gli amici scoby (da pronunciare rigorosamente con la o e non come il famoso alano di fumetti, cartoni animati e film). La kombucha è dissetante, può essere aromatizzata in infiniti modi, non è vero che è dolce per definizione, come non è vero che sa di aceto. Può essere acquistata perfino nella GDO, come si può autoprodurre senza eccessivi sforzi. E, cosa che la rende ancora più interessante, fa bene: depura l’organismo e ne rafforza la risposta immunitaria, ripristina la flora batterica e ha proprietà antiossidanti. Ma soprattutto è buonissima! E, grazie al contenuto alcolico sotto lo 0,5%, rientra tra le bevande analcoliche e quindi può essere bevuta tranquillamente anche da chi poi deve mettersi alla guida. Inoltre, vista la grande varietà di kombucha esistenti sul mercato, può abbinarsi a qualsiasi piatto di un menu ed è il motivo per cui ormai sempre più ristoranti scelgono di inserirla in carta accanto al vino. Lunga vita alla kombucha, viva la kombucha!

SILVANA POLIZZI SABINO
CARRUBE
Quei baccelli dimenticati, che da oltre 500 anni appartengono alla storia della Sicilia. Sono di colore marrone scuro e contengono dei piccoli semi duri, che una volta macinati producono un’ottima farina, priva di glutine. Hanno importanti proprietà benefiche, grazie alla presenza di composti polifenolici e fibre. Negli ultimi anni, vari studi stanno sempre di più rivalutando e certificando i benefici per la salute di questo antico alimento. Ogni parte può essere utilizzata in cucina: la polpa, i semi e persino la buccia. Sono anche una sana alternativa al cioccolato, un addensante e un additivo naturale.

GIANLUCA ROSSETTI
SEME
Dico il seme come origine del tutto, come partenza per arrivare al risultato finale. Le aziende di cioccolato che lavorano bene, si dice lavorino “bean to bar”, dal seme alla barretta. Noi, sarebbe bello facessimo lo stesso, cerchiamo di approfondire con curiosità genuina la conoscenza dei prodotti che utilizziamo. Cerchiamo di capire di più della filiera di un prodotto e sulla fatica che qualcuno ci ha messo, per portarlo sulle nostre tavole.
Cerchiamo di arrivare al seme.

MARCO SCIARRINI 
DEALCOLATO 
La parola per il 2025 sarà “Dealcolato”, a qualsiasi scuola di pensiero si appartenga, di sicuro, giusto o sbagliato, chiamarlo vino dealcolato offrirà motivi di discussione. Anche quelli che nella prima ora avevano espresso avversione, non solo al nome ma anche alla produzione, è ritornato sui suoi passi, basta vedere il Ministero dell’Agricoltura. In Europa, come già nel resto del mondo, è un’attività già operativa da tempo, così come in Francia, a cui facciamo sempre riferimento, e se lo fanno anche loro…

FOSCA TORTORELLI
FRUTTA E VERDURA FERMENTATA
La fermentazione sta diventando sempre più popolare in Europa, anche nella cucina mediterranea, non solo per i benefici probiotici ma anche per il suo potenziale di intensificare i sapori. I benefici per la salute legati ai cibi fermentati (come il miglioramento della salute intestinale) stanno guadagnando attenzione. Inoltre, la fermentazione è un metodo antico che si inserisce bene nelle tradizioni mediterranee, che già utilizzano metodi di conservazione come l’olio, l’aceto e il sale.

MANUELA ZANNI 
FRUTTA TROPICALE “MADE IN SICILY” 
La Sicilia rappresenta la frontiera del Paese dove più evidenti sono gli effetti della tropicalizzazione del clima che sta rivoluzionando l’agricoltura con il moltiplicarsi di eventi estremi e danni, ma anche con l’arrivo di nuove colture, mai viste nel passato in Italia. Questo fenomeno comporta, infatti, la produzione sempre crescente di una grande varietà di frutti che negli ultimi anni vengono coltivati nelle campagne isolane, portando nuovi colori, profumi e sapori.Sul podio tra le piante tropicali più richieste ritroviamo le coltivazioni di avocado e mango, seguite da papaya e finger lime: tutti frutti che rendono la Sicilia un vero e proprio paradiso terrestre per gli amanti della frutta tropicale e che aprono nuove frontiere per l’economia isolana.

ALESSIA ZUPPELLI
BUSSOLA
Bussola, per non perdere i punti di riferimento e “coordinare” la direzione verso la quale si vuole andare.

ALCUNI PRODOTTI DEGLI ANNI SCORSI