di Maristella Vita
Se l’obiettivo del nuovo Consorzio era quello di mettere il Pinot Grigio in sicurezza e dargli il valore che merita, il ”gol” sembra quasi fatto.
Infatti con la vendemmia iniziano a vedersi gli effetti positivi della sua azione a tutela della redditività dei produttori e la reputazione del vino. È il commento di Coldiretti Veneto alla notizia che la Borsa Merci di Verona ha quotato i prezzi delle uve del Pinot Grigio tra i 68 e i 72 centesimi di euro al chilo, (più Iva); prezzi superiori a quelli del 2016 quando la “vecchia” Igt Pinot Grigio, spuntava “solo” tra i 50 e 58 centesimi. Prezzi interessanti quindi, che garantiscono buona redditività per ettaro. Ora è fondamentale aderire al Consorzio, commentano dalla sede dell’associazione a Mestre. Direttamente, oppure attraverso le organizzazioni, perché è necessaria la massima condivisione per un prodotto così strategico per il nord est. Il Consorzio di Tutela Doc delle Venezie, ricordiamo presieduto da Albino Armani, è stato costituito solo cinque mesi fa, a marzo, dopo un periodo in cui l’Associazione Temporanea di Scopo ha seguito tutto il processo di costituzione della nuova Doc che si estende su tre regioni: Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino. I numeri sono molto importanti: nel nord Italia, ma specie a nordest, si concentra l’85% della produzione complessiva nazionale di Pinot Grigio, e ben il 43% di quella mondiale, che opera su oltre 20 mila ettari (11.500 veneti, 6.000 friulani e 2.800 in provincia di Trento), per un totale di circa 2 milioni di ettolitri (260 milioni di bottiglie).