Il Metodo Asolo Montello è realtà. Dopo alcuni mesi di lavoro, il Consorzio Vini Asolo Montello ha infatti adottato il documento programmatico con lo scopo di favorire una viticoltura integrata a bassa chimicizzazione attraverso tecniche viticole sostenibili e responsabili.
Obiettivo del Metodo, fortemente voluto dal consiglio d’amministrazione del Consorzio, è la salvaguardia del territorio e del paesaggio, oltre che della salute dei cittadini. “Attraverso questo strumento – spiega Ugo Zamperoni, Presidente del Consorzio Asolo Montello e tra gli estensori del documento – intendiamo promuovere quelle pratiche che permettono una corretta coltivazione della vite, diminuendo così l’utilizzo di agenti chimici. Dopo il blocco delle rivendiche, si tratta di un ulteriore passo avanti verso la tutela del territorio. Qui la vite da sempre è parte fondamentale del paesaggio, accanto ad altri tipi di coltivazione. È quindi intenzione del Consorzio preservare quanto più intatti Asolo e i suoi colli attraverso metodi di coltivazione non aggressivi”.
I lavori per il Metodo Asolo Montello sono stati coordinati dal professore e fitopatologo Michele Borgo con la consulenza di Davide Genovese e Giovanni Pascarella, oltre che da Ugo Zamperoni, Simone Morlin e Mattia Bernardi del Gruppo Agronomico del Consorzio. Il Metodo, che si rivolge ai viticoltori, ai soci e ai consulenti che operano nel territorio della denominazione, consiste in una guida suddivisa in dieci schede tecniche e che segue i processi colturali e agronomici in vigneto a partire dal suo nascere, in un percorso che include tutte le fasi di sviluppo e mantenimento. Gli argomenti trattati nelle schede sono: impianto del vigneto, sistemazione del suolo vitato, materiale di moltiplicazione viticola, allevamento giovanile, potature di produzione, gestione del suolo, nutrizione, avversità e difesa, disciplinare di difesa integrata, trattamenti antiparassitari. A completare il Metodo un quaderno di campagna dove annotare tutte le fasi di sviluppo del vigneto.
C.d.G.