Il vino italiano guadagna spazio su Alibaba, il colosso mondiale cinese dell'e-commerce, con l'apertura di un “flagship store” virtuale attivo già da fine agosto: il Gruppo Italiano Vini, leader nazionale del settore, ha siglato un accordo ad hoc con TMall per distribuire i prodotti delle sue 15 cantine storiche attraverso la piattaforma b-to-c della conglomerata fondata da Jack Ma.
E' l'approdo di un percorso preparatorio iniziato circa due anni fa, che mette a disposizione dell'azienda vinicola emiliana, operativa da tempo in Cina (“vendiamo un totale di un milione di bottiglie annue”, ha ricordato il presidente Corrado Casoli), la chance di irrobustire un canale distributivo che s'affaccia sul mercato potenziale di 710 milioni di 'netizen', cioè di operatori internet. Gruppo Italiani Vini, ha ricordato Casoli nella cerimonia presso l'ambasciata d'Italia a Pechino, vanta oltre 500 milioni di fatturato e più di 220 milioni di bottiglie vendute nel 2015.
Uno sforzo organizzativo e d'investimenti notevole in Cina, ha ricordato Marco Pizzoli, general manager di Giv Shanghai: su tutti il deposito merci a Hangzhou, città dove ha sede Alibaba, e il rispetto di tempi di consegna di “uno o al massimo due giorni”. Il target di vendita per la generazione di utili è stimato in centomila bottiglie annue su TMall, raggiungibile già “entro la fine del 2017”. La piena operatività del canale aiuterà inoltre l'avvicinamento del consumatore cinese “al nostro vino, nella sua accezione più ampia di Italian Lifestyle”. Valutazioni che hanno trovato d'accordo Alibaba, secondo cui l'accordo ha diversi aspetti positivi, oltre alla mera “locazione dello store online”.
Innanzitutto, “è importante che il vino italiano arrivi sui nostri store. L'Italia ha molti marchi del lusso e con il vino passa anche il messaggio di un desiderio per gli altri marchi italiani e per quello che rappresenta lo stile italiano”, ha rilevato Fang Wai, general manager del colosso dell'e-commerce nell'area Fast Moving Consumer Goods. TMall è il canale b-to-c leader in Cina grazie al suo pacchetto di 400 milioni di utenti attivi e registrati, in prevalenza di giovani.
L'accordo, maturato a poco più di un mese dall'incontro tra il premier Matteo Renzi e Jack Ma alla sede di Alibaba, è un “fatto importante”, ha osservato l'ambasciatore Ettore Sequi, dato che il vino rappresenta un “settore strategico” della filiera enogastronomica italiana, oltre a essere un efficace strumento di conoscenza dell'Italia.
C.d.G.