Niente tasse doganali per i vini provenienti da Stati Uniti, Cile, Australia e Nuova Zelanda. Si ai dazi per le etichette europee.
Il Giappone, sesto mercato per il vino del nostro paese, ha firmato Tpp (Trans Pacific Partnership) che prevede l’abolizione graduale dei dazi dei vini provenienti da Stati Uniti, Cile, Australia e Nuova Zelanda. Ma non per i vini europei e quindi anche a quelli italiani. Nei giorni scorsi aveva fatto suonare un campanello d’allarme il presidente dell’Unione italiana vini, Domenico Zonin (leggi l’articolo qui) che si era rivolto al presidente del governo Matteo Renzi ed al ministro dell’agricoltura Maurizio Martina perché “spingessero” ad una firma di un patto europeo simile al più presto.
In pratica, l’accordo prevede che nell’arco di 5, forse 6 anni, i firmatari potranno esportare in Giappone ad accisa zero, penalizzando i Paesi che, invece, dovranno versare regolari dazi doganali.
In questo momento in Giappone le accise variano a seconda del prezzo di vendita. Ad esempio su una bottiglia di 10 euro possono rasentare il 20% e, questo svilupperebbe di certo una concorrenza negativa.
Intanto le cifre sulle vendite di vino italiano in Giappone, nel primo semestre 2015, sono assai soddisfacenti, segnano +6,3% in valore, sullo stesso periodo del 2014, + 7,1% in volume e +2,3% nel valore minino unitario che ha raggiunto 3,63 euro/litro.
C.d.G.