Deciso nel convegno di Linguaglossa. Sarà realizzato da esperti e addetti ai lavori
(Antonio Camarda, Antonio Benanti, Vincenzo Cusumano, Salvatore Puglisi, Corrado Bonfanti, Nino Raspanti, Fabrizio Carrera)
Un decalogo con dieci punti per spiegare ai giovani come deve essere fatto un consumo consapevole del vino.
Ecco il primo risultato conseguito al termine del convegno organizzato dall’Istituto Regionale Vino e Olio e dalla Diocesi di Acireale, con il contributo dell’assessorato regionale siciliano agricoltura sviluppo rurale e pesca mediterranea, della Banca di Credito Cooperativo di Pachino, del comune di Linguaglossa, del comune di Castiglione di Sicilia e il patrocinio dell’assessorato regionale siciliano istruzione e formazione professionale, che si è tenuto a Linguaglossa (Ct) qualche giorno fa. Un “manifesto” che servirà da base per coinvolgere studenti e non solo sull'approccio culturale del mondo del vino. Al convegno dal titolo “Qualità del vino e consumo consapevole tra i giovani”, hanno preso parte, tra gli altri, il sindaco di Linguaglossa Salvatore Puglisi, monsignor Nino Raspanti, vescovo di Acireale e Vincenzo Cusumano, direttore Istituto Regionale Vino e Olio. Interessanti gli interventi di Corrado Bonfanti, Coordinatore Regionale Città del Vino Sicilia e Sindaco di Noto; Salvatore Cacciola, dirigente responsabile U.O. Educazione e Promozione della salute dell'Asp di Catania; Giuseppe Disclafani, responsabile Commissione Dieta Mediterranea-Ordine dei Medici di Palermo, Co-Responsabile Area Gastroenterologica Nazionale Società Italiana di Medicina Generale; Gianfranco Marrone, docente di semiotica presso l’Università degli studi di Palermo; Antonio Benanti, presidente Consorzio di tutela vino Etna Doc, moderati dal direttore di Cronache di Gusto Fabrizio Carrera.
“L'idea di questo incontro è nata da una chiacchierata con Benanti – dice il direttore dell'Irvo Vincenzo Cusumano – Un'iniziativa in cui abbiamo voluto coinvolgere la diocesi di Acireale e l'associazione Città del Vino. Siamo partiti dall'importanza di far comprendere ai giovani un consumo consapevole del vino, ma anche di puntare i fari su tutto ciò che di culturale ruota attorno a questo mondo, cercando di spiegare cosa sia un vino di qualità, come si produce, stimolare la conoscenza dei territori. Credo che i millennial, come si chiamano oggi i giovani consumatori, siano particolarmente interessati a questo argomento, approfondiscono la conoscenza del vino. Ecco qui, a Linguaglossa, abbiamo messo le basi per compilare, insieme agli esperti un decalogo su come e quale deve essere l'approccio al mondo del vino da parte dei giovani. Noi come Irvo, abbiamo tutto l'interesse affinché i ragazzi si concentrino solo su un consumo, pur sempre moderato, di vini di qualità, scoprendo cosa c'è dietro ad una bottiglia, alla produzione del vino e alla sua storia millenaria”.
“Mi sono concentrato sull'aspetto culturale del vino – spiega Antonio Benanti, presidente dell'Etna Doc – Perché credo che per saperlo comprendere, e quindi comunicarlo, è necessario approfondire gli argomenti legati a quel determinato territorio, alla storia. Consumare un calice di vino è un momento di elevazione culturale, può essere un'occasione di studio del nostro paese. Non credo che esistano altri prodotti che vantino queste caratteristiche. Che si intreccia così tanto con il mondo del cibo, altra eccellenza del nostro paese, un vero punto di forza. E allora dobbiamo sfruttare questa “abbinabilità” vino-cibo, raccontare il nostro paese attraverso il mondo enogastronomico. Un mondo che poi ti da la possibilità di fare formazione continua, di seguire corsi di tutti i tipi. Per non parlare, adesso, dell'enoturismo, occasione importante per i giovani che si stanno approcciando al mondo del lavoro. Perché l'enoturismo, oltre ad essere importante per le aziende, permette di far scoprire ai turisti un territorio magari poco conosciuto e di destaginalizzare questo flusso di arrivi, magari lontani dal classico turismo balneare. Ci sono parecchie possibilità per chi vuole entrare in questo settore”.
Poi conclude: “Naturalmente va fatto un consumo consapevole, moderato, ma di vini di qualità – dice – Qui abbiamo la fortuna di essere in un territorio unico per le sue caratteristiche. Ecco l'aspetto molto importante del convegno. Incoraggiare questo tipo di consumo. Far capire ai ragazi che si può bere, sempre con moderazione, ma di altissima qualità. E il nostro territorio ha punte di eccellenza e di prodotti fatti in un contesto salutare, che vanno scoperti e comunicati al mondo”.
Maria Giulia Franco