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Scenari

Il credito alle “donne del vino”: adesso le banche scommettono sulle produttrici italiane

17 Febbraio 2020
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Le banche scommettono sulle Donne del Vino. Un'analisi dell'Università di Siena, su un campione di imprenditrici femminili dell'Associazione nazionale Le Donne del Vino, rivela che il gender gap del credito negato alle donne, per la prima volta in Italia, fa segnare dati in controtendenza. 

La piccola “luce”individuata da Lorenzo Zanni e dal suo staff dell'Università senese sul tema “Donne e accesso al credito”, storico handicap delle imprese al femminile, mostra le prime avvisaglie di un cambiamento di rotta. L'indagine è stata effettuata nel 2019 e ha riguardato 167 rispondenti, di cui 127 con cantina, fra le 890 Donne del Vino. L'associazione, presieduta da Donatella Cinelli Colombini, comprende produttrici di vino, titolari di ristoranti, enoteche, professioniste attive come sommelier, giornaliste e esperte presenti in tutte le regioni italiane. “Vedere la luce alla fine del tunnel non è una cosa da poco: significa che è possibile uscire dal buio dei problemi e arrivare a una situazione più favorevole”, ha commentato Donatella Cinelli Colombini.

Il 56,9% delle risposte è arrivato dal Nord Italia. Il 65% delle intervistate ha chiesto un credito negli ultimi 10 anni, spesso il finanziamento è inferiore alle attese ma solo il 3% si è vista negare l'erogazione. Da notare l'alta percentuale delle imprese che si sono basate solo sul proprio capitale. Colpisce che siano state soprattutto le imprese più piccole, quelle sotto i due milioni di fatturato annuo, a cercare l'aiuto delle banche. Si tratta di una dimostrazione di grande dinamismo perché questo denaro è stato impiegato per nuovi investimenti (72%) e non per la conduzione aziendale.

La richiesta di credito è legata alla volontà di accrescere qualità, remuneratività e dimensione produttiva. A posteriori gli stessi obiettivi permangono anche oggi mentre è cresciuta la sensibilità ambientale e l'interesse per l'export ad ampio raggio. Il 50% del campione ha richiesto il credito a banche locali, il 41,8% a banche e istituti di credito nazionali e il 4,7% ad altre fonti di finanziamento. L'identikit della Donna del Vino con cantina che ha fatto richiesta di credito mostra una titolare o una responsabile di un settore dell'azienda di famiglia. Ha un'età media di 42 anni, con circa 12 di esperienza nell'impresa. Nel 52% dei casi, ha in tasca una laurea e per la quasi totalità (90,7%) un'esperienza professionale precedente in un settore diverso.

Fra le Donne del Vino che hanno risposto, “l'esser donna non sembra aver influenzato negativamente l'accesso al credito, ma questa percezione può riflettere la composizione del campione delle intervistate: livello di istruzione elevato, donne mature e con un'esperienza decennale nell'azienda, spesso proprietarie della stessa, con una tradizione familiare alle spalle, coinvolte in un'associazione di donne imprenditrici”, ha detto Lorenzo Zanni, che insieme a Elena Casprini e Tommaso Pucci, ha effettuato lo studio. Se l'accesso ai finanziamenti non risulta un tabù per le imprese del vino al femminile, le donne dichiarano comunque una certa difficoltà a gestire le relazioni con il mondo del credito mentre emerge “un atteggiamento “prudente”con un livello di leva finanziaria non troppo elevato: si ricorre quasi unicamente al credito bancario e in genere si bilancia la richiesta di credito a banche locali e nazionali”, ha rilevato Zanni dando un giudizio positivo, anche se forse troppo prudente, al management femminile del vino.

L'analisi deve sicuramente tenere presente del momento favorevole dell'agricoltura e del vino italiano: “Un risultato che scaturisce anche dall'andamento anticiclico dell'agricoltura rispetto alle difficoltà dell'economia italiana”, ha sottolineato Donatella Cinelli Colombini, mettendo in evidenza come “le cantine italiane, negli ultimi 5 anni, hanno accresciuto fatturati e margini (+3,9% e +5,8%), hanno esportato di più e hanno visto salire il valore delle vigne dell'1,2% ogni anno: un dato, quest'ultimo, che nelle zone più vocate è schizzato alle stelle”. Uno scenario che le banche leggono molto favorevolmente a cui si aggiungono le ottime performance delle manager femminili green.

C.d.G.