Sul tappo introdotto un nuovo diktat
Per combattere la contraffazione il Consorzio del vino Brunello di Montalcino si dota di nuove armi.
L’Assemblea dei soci ha approvato alcune modifiche al disciplinare al fine di blindare ancora di più la qualità e unicità del vino, tra le icone del Made in Italy vittima di falsificazioni. Si procederà ai controlli sulle vendite di vino sfuso e di uva. Dopo l'ultimo sequestro di maggio ad opera dei Nas di Brunelli falsi, intercettati con finta fascetta della denominazione, un restyling per inasprire l'opera di tutela era sentito come provvedimento oramai urgente da parte produttori consorziati.
Abbiamo chiesto a Fabrizio Bindocci, il presidente, di spiegarci le novità introdotte. “Procederemo al controllo preventivo – ci dice – per difendere la denominazione e tutelare il consumatore. L’ente preposto a tale attività è sempre Valoritalia. Facciamo nostro il buon caro e vecchio motto “prevenire è meglio che curare”. I produttori di Brunello sono tutti galantuomini, tengo a precisare questo, ma sappiamo che purtroppo l’occasione può fare l’uomo ladro. L’iter di controllo funzionerà in questo modo: l’azienda deve inviare una comunicazione al Consorzio, e per conoscenza a Valoritalia, indicando la data in cui prevede la vendita del vino sfuso, il preavviso deve avvenire 48 ore prima, e il quantitativo. La mattina successiva, Valoritalia fa il sopralluogo in azienda, preleva due campioni che verranno destinati ad analisi di laboratorio per verificare se il vino corrisponde alle caratteristiche stabilite dal disciplinare – prosegue -. Per quanto riguarda la vendita di uve, il monitoraggio avverrà prendendo come riferimento il documento di accompagnamento che le aziende producono per dichiarare la vendita di uve atte a produrre Brunello di Montalcino di una determinata annata. Valoritalia monitora il documento. Quando procederà a fare i controlli a fine campagna, può verificare in questo modo che una parte è stata vinificata e che la parte venduta corrisponde a quella dichiarata, garantendo in questo modo che la vendita si sia svolta in modo regolare tra le contrioparti”.
Se il Consorzio da un lato si mostra agguerrito nel difendere il buon nome del Brunello e il territorio, dall’altro chiede il ancora una volta coinvolgimento attivo dei produttori e dei wine lover stessi, perché le norme scritte possono aiutare ma fino ad un certo punto. “L'ho detto chiaramente a tutti i soci in assemblea – riferisce Bondocci – Quando andate in giro per il mondo controllate, se trovate qualcosa che non vi torna, se un vino non vi convince, non è buono, comprate due bottiglie, portatele al Consorzio che vi rimborsa la spesa e procede all’analisi. E anche i consumatori, devono denunciare vini anomali, con smartphone e tablet posso monitorare. Del resto, il caso del Brunello finto etichettato Sfera, scoperto a maggio, è stato denunciato proprio da un wine lover di Milano. Anche io faccio così, ho preso l’abitudine di fotografare, controllare. Dovremmo farlo tutti”.
La revisione del disciplinare vede introdurre anche un'altra novità, non meno importante e incisiva di quella relativa ai controlli. Il Consorzio obbliga adesso l’utilizzo di tappo al 100% composto da sughero e monopezzo e vieta qualsiasi altra tipologia di tappo di questo materiale. Una scelta radicale che vuole innalzare ancora di più la qualità del vino. “La legge europea purtroppo consente di usare un tappo di sughero costituito da granuli di sughero tenuti insieme da una colla. Con questa modifica abbiamo tagliato la testa al toro. Il collante, seppure di natura alimentare, può conferire cessioni anomali nel tempo. Questo tipo di tappo inficia la qualità del Brunello, che è un vino che certo non bevi dopo pochi anni. Abbiamo visto che la colla, dopo tanti anni, dà cessioni anomali al vino”.
Manuela Laiacona