Parla la preside dell’istituto Giovanni Falcone di Giarre, in provincia di Catania
di Giorgio Romeo
Grazie al “bombardamento” mediatico degli ultimi tempi – con l’exploit di trasmissioni con ricette, reality e cooking show – l’istituto alberghiero vive in questo momento uno dei suoi periodi più attraenti.
Le iscrizioni sono in forte crescita e si trasformano in occasioni preziose per offrire agli studenti esperienze professionalizzanti di rilievo. Ne abbiamo parlato con la professoressa Monica Insanguine, dirigente scolastico dell’Istituto Professionale di Stato per i Servizi di Enogastronomia e Ospitalità Alberghiera (Ipsseoa) “Giovanni Falcone” di Giarre in provincia di Catania. “Sicuramente – spiega la preside – stiamo vivendo un periodo fortemente favorevole. La nostra scuola, ad esempio, conta oggi circa 1.300 alunni, suddivisi nelle tre sedi di Giarre, Riposto e Maniace. Gli iscritti al corso serale che – fondi permettendo – partirà l’anno prossimo sono passati invece dai 75 dello scorso anno a 110”.
Se da un lato l’incremento dell’attenzione mediatica verso il mondo dell’enogastronomia rappresenta un vero e proprio spot per gli alberghieri, tuttavia, è anche vero che quanto visto ogni giorno in tv sia piuttosto lontano da ciò che viene, effettivamente, insegnato a scuola. “Quando Benedetta Parodi suggerisce l’utilizzo di fagiolini surgelati – continua la preside – non posso far altro che cambiare canale. Chiaramente, i messaggi che trasmettiamo a scuola sono differenti: abbiamo piani di lavoro molto rigidi, che seguono stagionalità e tradizioni. La disciplina, poi, è importantissima ma non può essere enfatizzata in modo negativo, trasformandosi in insulto come spesso avviene in certi format”.
Passione quindi, ma anche rigore e serietà per conferire strumenti di lavoro concreti e non effimeri ai giovani. In questo senso la tanto discussa alternanza scuola lavoro prevista dalla legge della “Buona Scuola” – peraltro prassi già comune in alcuni istituti professionali – rappresenta una soluzione interessante, coinvolgendo enti e aziende. Alcuni ragazzi della scuola “Giovanni Falcone” di Giarre, ad esempio, sono attualmente impegnati in un concorso che a fine aprile decreterà tre vincitori che prenderanno parte a uno stage presso la “Fiasconaro”. “Attualmente – conclude la professoressa Insanguine – i ragazzi stanno lavorando, sotto la guida di esperti, a una “brioscia cco tuppu” siciliana realizzata esclusivamente con prodotti nostrani: dalla semola di grano duro fornitaci da un’azienda siciliana al burro di un caseificio locale. Un’opportunità per i ragazzi, quindi, ma anche per la valorizzazione dei prodotti della nostra isola”.