“Stiamo attraversando un periodo molto positivo, per il Barolo si continuano ad aprire nuovi mercati, non ultimo la Cina. E' comunque un mercato ancora difficile, tutto da capire. Il mercato cinese è partito come parti' quaranta anni fa il mercato del Barolo negli Stati Uniti. Una grandissima sfida che poi è andata benissimo, perché oggi rappresentano il primo mercato extra europeo del Barolo”.
Lo afferma Enzo Brezza, dell'Azienda Agricola Brezza Giacomo e Figli a Barolo (Cn) in occasione della degustazione dei suoi vini organizzata dalla delegazione romana dell'Associazione Italiana Sommelier Lazio presso la sua sede all' A.Roma Lifestyle Hotel. “Non so se effettivamente a livello di cultura la Cina riuscirà mai ad arrivare dove sono arrivati gli Stati Uniti, perché negli Stati Uniti c'era già una cultura un po' occidentale che doveva essere solo educata – aggiunge Brezza – Ed é stata assolutamente ben educata, c'è stato soprattutto un lavoro splendido dei sommelier nei vari ristoranti che hanno preso per mano il consumatore. E' proprio quello che si deve fare, perché il Barolo non è il vino del primo amore”.
“Il Barolo – prosegue Brezza – è il vino innanzitutto di un consumatore un po' più evoluto nel senso che normalmente il consumatore medio, quello che comincia a bere vino, si appassiona a vini più fruttati, più piacioni, più colorati, più rotondi. Il Barolo è un vino molto più elegante, più giocato sulle finezze, sulla florealità. Un vino che normalmente è come la bella musica. Non è la musica commerciale che ti piace subito. E' un amore che scatta più lentamente ma è più duraturo nel tempo. Questa è una fase abbastanza classica del consumatore che passa in diversi stadi e per diversi vini, un percorso che abbiamo fatto tutti e che è del tutto naturale. Tale processo di evoluzione è sicuramente aiutato dai lavori dei sommelier professionisti che sanno ben consigliare il cliente e sanno accompagnarlo”.
C.d.G.