Non sarà più solo un vino. Ma una leggenda. Decanter, la prestigiosa rivista inglese, ha inserito il Barbaresco 2001 di Angelo Gaja tra i vini da conservare per sempre nella memoria.
In questa speciale lista ci sono vini eccezionali, come Chateau Palmer 1961, Domaine Rousseau 1993, Château Montrose 1990, Kanonkop Pinotage 1995, Dom Pérignon 1975, Meerlust, Rubicon 1995, Chateau Montelena 1973. Vini quasi impossibili da trovare. E non esiste prezzo per acquistarli. Un onore, dunque, non solo per il Piemonte, ma per tutta l'Italia trovare in questa lista il vino di Angelo Gaja. Orami il produttore delle Langhe è riconosciuto cvome il re del Barbaresco, l'uomo che fu criticato per l'utilizzo delle barrique, oggi, però, di uso comune per l'affinamento di questo vino, seppur ancora molto discusso. Se l'annata 2000 è stata eccezionale, la 2001 è stata strepitosa. Inverno mite, aprile molto asciutto. Maggio piovoso, ma la fioritura è avvenuta in perfette condizioni climatiche. Estate calda ma asciutta, settembre tra freddo e pioggia: ha vinto chi ha raccolto un po' dopo. La 2001 è potente, di grande struttura ed eleganza, senza eccessivo alcol.
Angelo Gaja, 77 anni, lavora nell'impresa di famiglia dal 1971. Nel 1978, dopo tante sperimentazioni, iniziò l'affinamento del Barbaresco nelle barrique, utilizzando anche il controllo delle temperature. Per dimostrare il potenziale della sua regione, il Piemonte e per soddisfare un mercato in forte espansione, ma che chiedeva solo Barolo, puntò tutto sul Barbaresco. Vero la fine degli anni '90 la svolta: abbandonò l'idea di produrre Barbaresco solo con Nebbiolo e aggiunse una piccola percentuale di Barbera, conferendo così più acidità ai suoi vini. La scelta che lo consacrò nel mondo enologico. Parlare di un singolo Barbaresco, quando si parla di Gaja, è impossibile, visto che le uve provengono da 22 ettari distribuiti su 14 vigneti. Ognuno con una sua caratteristica di esposizione al sole e altitudine. “Un vino di grande armonia – dice il critico Robert Parker – Presenta un naso di lamponi, spezie e minerali, seguito da ciliegie, catrame e mentolo. Grande lunghezza. Il Barbaresco 2001 parla veramente all'anima”.
C.d.G.