Il 2012 lo ricorderemo come una delle annate più calde, ma a quanto pare una simile tendenza ce la dovremo aspettare anche per il 2013.
Già e' stata annunciata un'ondata di caldo primaverile dopo la befana dovuto all'arrivo dell'anticiclone subtropicale (dati elaborati da Isac Cnr). Non si arresta il surriscaldamento della terra. E per l'Italia il 2012 e' il quinto anno più caldo dal 1800. Lo rivela la Coldiretti. Le precipitazioni sono state inferiori rispetto alla media del 6 per cento e l'aumento globale della temperatura di 1,02 gradi. L'anno appena passato va quindi ad aggiungersi alla lista che vede il 1994, il 2000, il 2003 (in testa alla graduatoria), e il 2011 come gli ultimi periodi più siccitosi.
Nella fase pre e durante vendemmia le stime sul raccolto compromesso dal clima un po' in tutta Europa ci davano il quadro sul calo delle rese, e l'annata è stata bollata come il minimo storico degli ultimi 40 anni in termini di produzione vinicola (il meno 6 per cento, un totale di 40 milioni di ettolitri di vino prodotti). Il crollo del raccolto veniva denunciato anche relativamente agli altri comparti dell'agricoltura. Gran parte delle colture, infatti, hanno sofferto, quelle che stanno alla base della dieta mediterranea. Non sono stati risparmiati il pomodoro, le olive, la produzione di miele, per citarne alcune.
L'effetto dell'aumento delle temperature ha causato una diminuzione consistente dell'approvvigionamento alimentare nazionale, che coprirà il fabbisogno del Paese solo per 9 mesi. Adesso il rischio, l'allarme lo lancia la Coldiretti, è l'aumento del fenomeno del reperimento di materie prime provenienti dall'estero da spacciare come Made in Italy, di cui se ne ha da tempo un'ampia casistica, come il concentrato di pomodoro cinese, l'extravergine tunisino, le mozzarelle taroccate ottenute da latte in polvere, paste fuse e cagliate provenienti dall'estero. “Un pericolo che – dice la Coldiretti – evidenzia la necessità di tenere alta la guardia e di stringere le maglie troppo larghe della legislazione a partire dall'obbligo di indicare in etichetta la provenienza della materia prima impiegata, voluto con una legge nazionale all'inizio della legislatura all'unanimità dal Parlamento italiano, ma non ancora applicato con i necessari decreti ministeriali”.
Ma ecco il bilancio della produzione agroalimentare italiana :
La produzione di pomodoro da conserva è scesa del 12 % attorno le 4,4 milioni di tonnellate. è scesa a 4,8 milioni di quintali la produzione italiana di olio di oliva, in calo del 12% rispetto ai cinque milioni e mezzo della scorsa annata. Per il mais necessario all'alimentazione del bestiame il calo è stato del 13 % con la produzione scesa a 8,5 milioni ma non fanno eccezione le mele (calo del 22 %) e le pere (-13 %). Le pesche sono rimaste sui livelli del precedente anno. Malissimo, invece, le castagne, con il raccolto dimezzato da siccità e dagli attacchi del cinipide, il parassita di origine cinese che distrugge gli alberi. Male anche la produzione di miele, con un meno 25 . Sul fronte dei semi oleosi, le rilevazioni indicano una diminuzione del girasole, e anche per colza e soia si prospetta un calo rispettivamente del 24 % e del 14 %. Si registra invece un aumento della produzione di grano duro per la pasta del 12 % per un totale di 4,2 milioni tonnellate, mentre quello tenero per il pane fa registrare addirittura un incremento del 21 %, con un raccolto di 3,4 milioni di tonnellate.
C.d.G.