Sono sempre più numerosi, slegati da associazioni e schieramenti politici e uniti nello sforzo di portare all’attenzione delle istituzioni le difficoltà che il settore della ristorazione sta vivendo in questo periodo.
I Ristoratori Toscani, gruppo nato spontaneamente solo qualche settimana fa per chiedere, prima dell’emanazione del decreto Cura Italia, la chiusura di tutti i ristoranti e le tutele per le perdite che questa avrebbe procurato, tornano a lanciare un appello alle istituzioni per ribadire l’urgenza di misure indispensabili per la salvaguardia di un settore, quello della ristorazione, cha da solo vale 86 miliardi di euro. I Ristoratori Toscani, che in queste settimane hanno registrato l’appoggio di migliaia di colleghi da altre regioni d’Italia, ritengono che le soluzioni proposte fino a oggi non siano in grado di aiutare piccole e medie imprese che rappresentano il vero motore della economia italiana. Attività, quelle ristorative, che nella maggior parte dei casi vivono degli incassi della giornata e che perdendo questi perdono la possibilità di sostenere i costi, in primis quelli legati al personale.
“Siamo stati i primi a chiedere la chiusura forzata delle nostre attività, per non dare a questo maledetto virus la possibilità di diffondersi ulteriormente – dichiarano i portavoce del neonato gruppo – Gli introiti che vengono a mancare devono però essere compensati da minori oneri, se no sarà impossibile andare avanti. Insieme a migliaia di ristoratori in tutta Italia stiamo lanciando un messaggio in questi giorni: Siamo nati per assumere e non per licenziare. Ma da soli non ce la faremo mai a far fede a questo, per noi fondamentale primo obiettivo della crisi legata al Covid-19″.
Da questa premessa i Ristoratori Toscana una serie di richieste circostanziate, che possano dare “una boccata di ossigeno per poter ripartire e presto tornare a camminare, anzi a correre, con le nostre gambe”:
1) Cassa integrazione in deroga: per tutto il periodo dell’emergenza sanitaria con possibilità di proroga almeno per alcuni settori che avranno difficoltà a riprendere l’attività (esempio ristoranti, attività turistico alberghiere, negozi dislocati nei centri storici e tutto il relativo indotto)
2) Rivedere articolo indennità professionisti: i titolari di azienda meriterebbero almeno il trattamento riservato al proprio dipende con maggiore anzianità visto che nella maggior parte dei casi sono monoreddito e con 600€ non è possibile purtroppo pagare l’affitto di casa; per le partite iva senza dipendenti almeno il trattamento previsto nel Cnl di categoria per i dipendenti con maggior anzianità. Con la richiesta necessità che i vari enti (Inps, Inail, Agenzie delle entrate) applichino i decreti il prima possibile.
3) Sospensione di tutti i versamenti fiscali e contribuitivi: senza distinzione di codici tributo e comprensiva di avvisi bonari e rateazioni cartelle esattoriali per tutto l’anno 2020. In questo senso si richiede il ripristino dei suddetti versamenti dall’1 gennaio 2021 con rateazioni senza sanzioni ed interessi oltre al saldo e stralcio delle cartelle esattoriali notificate al 31.12.2019, sia per le persone fisiche che per le società.
4) No equiparazione di quarantena e malattia: perché non è accettabile paragonare queste due situazioni, nella malattia il lavoratore matura tutta una serie di oneri a carico del datore di lavoro.
5) Finanziamenti da parte del settore bancario a tutte le imprese: con garanzia dello stato o di cassa depositi e prestiti o dei COFIDI al 100% senza spese di istruttoria, e in assenza di segnalazione in CRIF senza valutazione del rating dell’impresa stessa.
6) Tempi di accertamento fiscale da 5 a 7 anni: in questo caso i Ristoratori Toscani chiedono chiarimenti sulla ratio del decreto che introduce una norma che allunga i tempi di accertamento fiscali da 5 a 7 anni.
7) Inserire la sospensione delle assicurazioni: auto e moto per tutto il periodo di quarantena forzata,
8) Sospensione dei protesti: esclusivamente per il periodo di quarantena, per essere ripresi da gennaio 2021. Non potendo avere liquidità è impossibile per le attività saldare i titoli di credito.
9) Estensione del credito di imposta: per le locazioni non è sufficiente in quanto come possono pagare le aziende se son chiuse?
10) Estensione moratoria dei mutui e finanziamenti per 12 mesi
11) Apertura di un tavolo di conciliazione per i fornitori: per trovare accordi per dilazione dei pagamenti delle forniture, in caso di mancata concessione di credito sufficiente dalle banche per onorare tutto
12) Sospensione utenze e cancellazione delle tasse sulle utenze nel periodo di chiusura
13) Interessi bancari allo zero per cento
In particolare nella città di Firenze per permettere alle attività di poter ripartire viene richiesta la:
1. Sospensione della ztl sia normale che estiva almeno fino a gennaio 2021;
2. Sospensione di tutti gli spazi estivi per questa stagione in modo da poter fare ripartire le aziende che hanno sempre dato lavoro in modo continuativo e che adesso vivono questa grave crisi; conseguentemente snellire le burocrazie egli oneri dei dehors esterni per creare piccoli spazi esterni in prossimità delle attività che possano animare la città in ogni sua zona e poter così da una parte sostituire gli spazi ricreativi estivi e dall’altra presidiare la città evitando l’incremento di microcriminalità in zona altrimenti desertificate durante le ore serali
3. Sospensione della Cosap e della Tasi fino a marzo 2021
“Non chiediamo mero assistenzialismo – chiosano i Ristoratori Toscana – ma solo la spinta motrice per rimettere in piedi un sistema che in Italia genera 86 miliardi di fatturato per 1,2 milioni posti di lavoro. Oggi più che mai, dopo la notizia della cancellazione di patto di stabilità da parte della UE, il nostro Governo ha l’obbligo morale di trovare le risorse verso una categoria che ha sempre dato lustro alla nostra Nazione”.
C.d.G.