Nuove scelte d'acquisto e modelli di consumo del vino sono dettati dai giovani, i cosiddetti “Millennial”, che in due anni, hanno incrementato i brindisi (+12% tra le donne e +13% tra gli uomini da un confronto 2016 su 2014) e guardano allo scaffale di vendita con occhi diversi, dando priorità a prezzo e caratteristiche del prodotto come uvaggio (terzo), annata (quarto) e provenienza (quinto), e fattori più “sociali” come l'occasione (secondo) di consumo ed il packaging (sesto).
È quanto emerge dalla ricerca di PwC “Il settore del vino in Italia e la generazione Y”, condotta tra 450 consumatori online italiani tra i 18 e i 34 anni e presentata in una tavola rotonda che ha riunito una selezione di aziende di eccellenza del vino italiano e l'operatore di e-commerce Alibaba Group. Il consumo di vino è percepito dai Millennial come un'occasione di socializzazione, un elemento di cultura e rappresentativo di uno stile di vita, traducendosi in occasioni di consumo più diversificate: il 62% predilige la condivisione del vino in compagnia presso la propria abitazione, il 33% presso enoteche e wine bar in occasione di degustazioni, il 5% al ristorante. Un fattore chiave per la nuova generazione è l'approfondimento del prodotto, attraverso le tecnologie che abilitano l'accesso ad informazioni su produzione, territorio di provenienza, accostamenti.
In generale, i Millennial si rivelano poco fedeli ad un solo brand o uno specifico gusto, ma guidati da valori di sostenibilità e attratti da iniziative di marketing innovative, per esempio nel packaging. Anche i canali di relazione con i brand sono fortemente innovati: il 42% dei Millennial italiani utilizza i social media tradizionali come Facebook e Twitter per trarre ispirazione per i propri acquisti, mentre il 23% si affida a social network visuali come Instagram, Snapchat e Youtube, in aggiunta ai siti internet dei singoli brand o siti multi-brand e di comparazione. La capacità dei brand di sfruttare queste soluzioni per fidelizzare i clienti si rivela vincente con circa il 60% dei giovani enoappassionati.
C.d.G.