di Marina V. Carrera e Francesco Pensovecchio
Il mare che la avvolge ha la stessa tonalità del blu di Yves Klein: intenso, compiuto, netto, vellutato. La sintesi perfetta tra cielo e terra, in cui il resto è solo un disturbo. Salina basta a sé stessa nella sua completezza, senza cadere nelle storture degli eccessi o delle carenze. Dinamiche fatte proprie dalla famiglia Caruso che da oltre 30 anni gestisce il Signum Hotel di Malfa, punta di diamante dell’isola e al vertice del desiderio di Vip in veliero, vacanzieri in yacht, politici in bermuda, ingegneri digitali di multinazionali, winelover e appassionati foodie. È un elegante borghetto eoliano immerso in un’oasi di trascinante bellezza, a tratti quasi erotica, per la pluralità della vegetazione e per la terrazza che guarda ai vividi tramonti su Stromboli e Panarea. Autenticità, buon gusto e lusso discreto, sono il complesso di variabili in continua evoluzione: i mobili d’antiquariato, nelle stanze quanto negli spazi comuni, si uniscono alla brillante luminosità del bianco e delle verdi tonalità dei rigogliosi giardini. Un unicum la Spa, uno spazio che si sviluppa all’aperto con acque termali tra profumati alberi di fico e macchia mediterranea, percorso Kneipp e trattamenti viso/corpo personalizzati. I confortevoli letti delle camere e delle suite, luminose e ampie, sono tutti corredati da fresche lenzuola di lino. Non è un caso che il Signum già nel 2009 ha conquistato il riconoscimento di Cronache di Gusto Best in Sicily come Miglior Albergo e nel 2013 il Best in Sicily come Miglior Ristorante. E gli anni che passano confermano con soddisfazione la nostra intuizione.
Non manca mai di sorprendere la cucina stellata di Martina Caruso, al ristorante come nel bistrot con i più celebri classici della ristorazione europea, affiancato da un esclusivo cocktail bar capace di competere con la migliore mixology di Berlino, Londra e Barcellona. Ma ciò che maggiormente rende il Signum inarrivabile è la sua attenzione per il vino unito alla vocazione di tempio del gusto. La monumentale carta vini parte da Salina – dove si innesta Eolia, una produzione propria di Luca Caruso e Natascia Santandrea – toccando a cascata tutta la penisola e il vecchio continente, includendo alcune regioni leggendarie tra cui Champagne, Loira, Borgogna, Bordeaux, Provenza, Rodano, Mosella, Reno e Wachau.
Tante le novità 2023, snoccioliamole tutte: ridotti i coperti, adesso a 8 tavoli; la terrazza del ristorante è stata ammodernata, totalmente nuovi i tavoli e le poltrone (design Desalto e Paola Lenti), la mise en place, nuova l’illuminazione (design Davide Groppi) che punta ad una atmosfera ancora più suggestiva. Coerentemente, anche lo stile coloniale della sala interna – la cosiddetta “Veranda” – è stato oggetto di rilettura con l’inserimento di nuove sedute di Poltrona Frau, nuova illuminazione sempre di Davide Groppi, in abbinamento a lampade ad “arco” vintage.
A fianco del cocktail-bar, in esterno, una nuova terrazza a rafforzare il bistrot. È un “layer” totalmente nuovo, separato dal giardino e con vista mare.