La fotografia del mondo del vino italiano la scatta, come di consuetudine, Anna Di Martino ed è stata pubblicata sull'inserto di Economia del Corriere della Sera in edicola oggi.
La giornalista, mette insieme centinaia e centinaia di numeri per presentare la situazione attuale dell’industria del vino. Molto in sintesi la Di Martino snocciola alcune cifre: 380 mila aziende italiane fatturano ogni anno 10,1 miliardi di euro; danno lavoro ad oltre un milione di addetti; 100 aziende, le prime cento di questa speciale classifica, fatturano tutte insieme oltre 5 miliardi di euro, la metà precisa del totale di tutte le aziende vitivinicole italiane; gran parte di questo fatturato è ottenuto grazie alle vendite all’estero.
Prima per distacco, Cantine Riunite & Civ (Corrado Casoli è il presidente), con 536 milioni di euro di fatturato (+0,50 per cento rispetto al 2013) che raggruppa anche Gruppo Italiano Vini, 1.116 dipendenti; al secondo posto il gruppo Caviro (direttore generale è Sergio Dagnino), con 230,14 milioni di euro di fatturato (+ 2,60 per cento rispetto allo scorso anno) e 354 dipendenti in organico; medaglia di bronzo per il gruppo Mezzacorona (presidente Luca Rigotti), con 171,15 milioni di euro di fatturato (+4,90 per cento in più rispetto al 2013) e 411 dipendenti.
Nei primi dieci troviamo: al quarto posto Marchesi Antinori con 169,57 milioni di fatturato (+4,71 per cento rispetto al 2013), al quinto Fratelli Martini con 160,32 milioni di euro (+ 1 per cento rispetto al 2013), al sesto Zonin 1821, con 160 milioni di euro fatturati nel 2014 (+ 4 % rispetto al 2013), settimo posto per Cavit con 158,50 milioni di euro (+ 3,66 per cento), ottavo per Gruppo Campari Wine con 142,77 milioni di euro (-4,31 per cento, l’unico in negativo nella top ten), nono posto per Italian Wine Brands con 140,40 milioni di euro (+ 0,29 per cento) e chiude la top ten Casa Vinicola Botter Carlo con 136,63 milioni di euro di fatturato (+ 0,60 %).
La notizia positiva è che il fatturato, in generale, è cresciuto del 2,37 per cento. E se si guardano i dati dell’Export, il numero sale fino al 4,37 per cento. Ma se guardano i dati interni, il saldo diventa negativo. I fatturati di vendita all’interno dell’Italia, infatti, calano dell’1,89 per cento. Segno questo che le difficoltà evidenziate dalle stesse cantine italiane a vendere all’interno del nostro Paese non sono ancora state superate. Nel 2014 le vendite all’estero sono cresciute, merito anche delle bollicine: trainanti, infatti, sono stati i prosecco e gli spumanti in generale. Il 2015 sembra cominciato sotto una buona stella. “Merito” del ribasso del valore dell’euro, quasi al pari del dollaro che ha favorito gli scambi internazionali. L’obiettivo dei 7,5 miliardi di export in valore non sembra così impossibile da raggiungere.
La classifica, però, la dice lunga sulle scelte giuste da fare oppure già fatte. Infatti il mondo cooperativo la fa da padrone, con i primi tre posti nella speciale graduatoria dei fatturati. “Solo” quarta la prima azienda privata: Marchesi Antinori.
A fine 2014, le cooperative sono 494 con 180 mila soci ed un fatturato che rappresenta il 58 per cento del totale del vino prodotto in Italia.
Per quanto riguarda gli ettari di vigne, Marchesi Antonori stacca tutti con 2.670 ettari; seguono Zonin 1821 (1.900 ettari), Marchesi dè Frescobaldi (1.220 ettari), Banfi (890 ettari), Cusumano (517 ettari), Conte Tasca d’Almerita (375 ettari), Planeta (333 ettari), Bertani Domains (320 ettari), Masi Agricola (311 ettari) e Feudi San Gregorio (300 ettari), solo per citare i primi dieci.
G.V.