Sono dodici i campioni in cui sono state rinvenute tracce di pesticidi. Dodici su 140.
Questi i risultati delle analisi effettuate sui vini delle cantine associate a VinNatur che Cronache di Gusto è in grado di anticipare. Procedura adottata per monitorare la conformità alla filosofia e al protocollo dell’organizzazione, a garanzia della serietà dei produttori, che hanno deciso di fare vino nel totale rispetto della natura e della salubrità del consumatore, e a garanzia della trasparenza dell’associazione stessa. L’auto-analisi, infatti, è prevista proprio dallo statuto di VinNatur che obbliga le cantine a controlli annuali. Mira a intercettare la minima presenza dei 136 principi attivi di pesticidi consentiti, quei prodotti utilizzati per curare i vigneti e per prevenire gli attacchi delle malattie, e la quantità di anidride solforosa totale. Questa indagine rigorosa viene effettuata oramai da cinque anni. I campioni vengono prelevati a caso durante lo svolgimento della Kermese a Villa Favorita da Angiolino Maule stesso, il presidente di VinNatur.
Dal laboratorio sembra arrivare un buon risultato, 128 campioni sono risultati completamente esenti da tracce di pesticidi, ma per Maule non basta. “Non siamo ancora arrivati – dichiara con tono perentorio -. Dobbiamo ancora lavorare. Bisogna arrivare al 100% dei vini puliti”. Sui nomi dei produttori dei dodici vini non si sbottona, ci dice solo che nove di questi sono italiani, poi due sloveni e uno francese. Come detta lo statuto, se per tre anni consecutivi i vini di una cantina associata dovessero risultare non conformi scatta “inesorabilmente” l’esclusione da VinNatur. Fino ad ora, dal 2009, da quando l'assemblea ha deciso di adottare tale provvedimento, l'associazione ha espulso 3 produttori. “Gli altri – ci dice Maule – i cui vini erano risultati contenere tracce di pesticidi, nel corso di questi anni hanno abbandonato VinNatur spontaneamente. Si innesca una sorta di senso di vergogna, e quindi l'uscita dall'associazione avviene in modo volontario”. Non sappiamo se tra questi dodici intercettati via siano dei “recidivi”, intanto verranno avvisati dal presidente che tiene, tra l'altro a ribadire: “Non siamo un’associazione punitiva ma formativa. Non vogliamo distruggere nessuno. Li informeremo sull’ esito. Per un anno, poi, si può sbagliare”. Chi volesse scoprirne l’identità potrebbe aspettare VinNatur 2014 e fare un confronto con i partecipanti alla precedente edizione, deducendola tra i probabili assenti.
Ecco nel dettaglio il risultato sui principi attivi riscontrati che ci ha fornito l'associazione: su 12, 8 vini sono risultati avere un solo pesticida e 4 vini avere 2 pesticidi, con una media, per tutti i campioni, di 0,052 mg/kg (la normativa europea prevede in media un limite di 0,800 mg/kg). Dall’analisi emerge poi un dato che conferma l’impegno profuso in questi anni da VinNatur e che è anche sintomo di una maggiore sensibilità al tema della riduzione della solforosa, questione su cui tutto il mondo del vino, “naturale” e non, dibatte ultimamente: ne è diminuito l’impiego. Su 140 vini analizzati 52 avevano meno di 10 mg/l di solforosa, quantitativo che consente di apporre in etichetta la dicitura “Non contiene solfiti”). Poi 88 sono risultati con un una presenza al di sotto dei 60 mg/l, e solo 5 i vini con solfiti oltre questa soglia, sempre comunque al di sotto di 90 mg/l.
Manuela Laiacona
Ultima modifica: ore 10.50