Che il commercio del vino sia in fortissima espansione a Hong Kong lo si appura già da tempo.
E lo stimiamo guardando anche i dati di una recente ricerca condotta per l'Hong Kong International Wine&Spirit Competition, in scena a breve dal 7 al 9 novembre, che dicono quanto i nuovi wine lover della megalopoli cinese del vino spendono in media (circa 500 euro all'anno) e quali sono le loro abitudini di consumo (il 51% lo beve più di una volta alla settimana). Percentuali che attestano una diffusione della cultura del vino, se non a macchia larga, comunque importante, nel Paese della Grande Muraglia.
Il Trade Developmnet Council di Hong Kong ha diramato le stime delle vendite totali del prossimo futuro, a pochi giorni dall'apertura del salone. Dal 2013 al 2017 si prevede una crescita dell'11%. L'accelerata al business del vino è scattata in seguto alla forte riduzione dei dazi sul vino, gli alcolici e la birra, di cinque anni fa, il totale delle importazioni di vino, in questo lasso di tempo, è schizzato al +182%, un boom che ha raggiunto il valore di un miliardo di dollari del 2012. Tanto che Hong Kong oramai detiene il ruolo di piattaforma commerciale più importante e strategica per tutta l'area della Cina e dell'Asia del Pacifico, e che fa forte concorrenza ad altri hub come Shanghai. Se il valore delle esportazioni è salito a 230milioni di dollari nel 2012, il potenziale di mercato di Hong Kong è ancora enorme, riferisce il direttore del HKTDC, Qiliang Zhou. La città è il polo di riferimento per operatori di settore provenienti da tutto il mondo e adesso si presta ad accoglierne centinaia. L'International Wine&Spirits Fair riunirà 1000 espositori da 40 Paesi all'Hong Kong Convention and Exhibition Centre, tra cui anche produttori dalla Giordania, dalla Lituania, dal Marocco e da Montenegro.