Approda nell'Aula della Camera una legge che disciplina il fenomeno degli “home restaurant” o “ristoranti casalinghi”. Sono quelli con pochi coperti allestititi all'interno di abitazioni private, con prenotazioni che viaggiano sul web, dai social network al sito del proprietario della casa, fino alle piattaforme di social eating.
L'attività ha preso sempre più piede tanto da fatturare nel 2014, secondo le stime di Fiepet-Confesercenti, 7,2 milioni di euro. “Quello degli home restaurant è un fenomeno che serviva regolamentare perché si ha a che fare con la somministrazione di cibi e si erano registrati dei problemi di sicurezza alimentare. Inoltre i ristoratori denunciavano la concorrenza sleale, da qui è nata la nostra proposta di legge divenuta testo base per il testo unificato approdato oggi alla Camera”, racconta all'Ansa Azzurra Cancelleri (M5s), prima firmataria del provvedimento. Fiepet Confesercenti e Fipe Confcommercio avevano più volte denunciato la concorrenza sleale portata ai ristoratori dagli 'home restaurant', chiedendo una regolamentazione dell'attività.
“Fipe già da qualche anno ha segnalato le forti perplessità che le attività di home restaurant stanno generando all'interno del settore – afferma all'Ansa Marcello Fiore, direttore generale di Fipe-Federazione italiana pubblici esercizi -. Siamo pertanto ampiamente favorevoli all'impegno da parte delle istituzioni a far rispettare le norme a garanzia della salute pubblica, dei diritti dei lavoratori e della trasparenza, mettendo fine, inoltre, ad un'evasione fiscale e contributiva pressoché totale”. “Domani l'Aula della Camera voterà il provvedimento – prosegue Cancelleri – dopo aver discusso gli emendamenti tra cui ci auguriamo venga accolto quello relativo a definire un ruolo delle Asl nei controlli igienico-sanitari, come inizialmente aveva previsto anche la nostra proposta”.
Il provvedimento parte dal principio che l'attività degli home restaurant sia da considerarsi “saltuaria”. Perciò non può superare il limite di 500 coperti per anno solare, né generare proventi superiori a 5.000 euro annui. Inoltre, chi avvia un home restaurant è tenuto a comunicare al comune competente la segnalazione certificata di inizio attività (Scia). Qualora l'attività di home restaurant sia esercitata senza la presentazione della SCIA, sono previste multe salate e la cessazione dell'attività.
C.d.G.