Il messaggio del direttore generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura alla tre giorni a Palermo dedicata alla Dieta Mediterranea, definta un “partner sano e da seguire”
(Josè Graziano da Silva)
La fame nel mondo e l'obesità. Due concetti che sembrano opposti, ma che in realtà sono due facce della stessa medaglia.
Lancia una “bomba” il direttore generale della Fao, Josè Graziano da Silva, che ha aperto la seconda Conferenza Mondiale sulla Rivitalizzazione della Dieta Mediterranea, in corso a Palermocon un suo messaggio. E da Silva invita a porre l’attenzione su un duplice fronte: da una parte l'aumento della fame nel mondo, dall’altra su un’ulteriore forma di malnutrizione, anch’essa preoccupante, l’epidemia di obesità. Secondo da Silva, infatti, “se si continua di questo passo la metà dell’umanità, nel 2030, sarà sovrappeso”. Ad essere messe in evidenza, dunque, le qualità prodotte dalla Dieta mediterranea. Un “partner sano”, grazie all’utilizzo di alimenti come verdure, ortaggi e pesce. Ad introdurre la conferenza, con i saluti in lingua francese, il coordinatore Sandro Dernini. “La Dieta mediterranea è tanto buona, ma nessuno la segue. Essa non ha soltanto benefici per la salute, ma ha quattro benefici per la sostenibilità. Indubbiamente ha dei ritorni economici locali, sul territorio. Essendo inoltre una dieta basata su alimenti vegetali ha un bassissimo impatto ambientale e una grandissima ricchezza di biodiversità, oltre ad avere riconosciuta anche dall’Unesco l'alto valore culturale e sociale”. Iniziato stamattina, con l’apertura dei lavori al Real Teatro Santa Cecilia di Palermo, l’evento internazionale sulla rivitalizzazione della Dieta mediterranea interesserà il capoluogo siciliano per tre giornate, dal 15 al 17 maggio.
Diversi i punti che saranno al centro della conferenza che si dislocherà in cinque location differenti: oltre al Regio Teatro Santa Cecilia, la Sala Almeyda dell’Archivio storico comunale, la Gam, palazzo della Aquile e palazzo Comitini. Ad essere affrontate, nel corso delle 18 sessioni tematiche che coinvolgeranno più di cento ricercatori, saranno anche le opportunità economiche prodotte dalla dieta mediterranea. Un modello alimentare che, oltre a far bene alla salute, coinvolgerà i consumi, “con una significativa attenzione sia ai sistemi produttivi – come ha spiegato Teodoro Miano, vice presidente Ciheam, l’istituto agronomico mediterraneo di Bari – sia ai sistemi socio-economici. Obiettivo finale quello di sviluppare sistemi alimentari sostenibili, creare attività produttive a beneficio di giovani imprenditori”, ha concluso.
C.d.G.