Grandine senza fine sull’Italia con campi di mais, grano e fagioli devastati, frutteti, stalle e serre colpiti con il conto dei danni che sale a milioni di euro con prati e colture ricoperte dai chicchi di ghiaccio come se fosse una nevicata d’inverno invece che quasi alle porte dell’estate.
E’ quanto emerge dal monitoraggio della Coldiretti sugli effetti dell’ultima ondata di maltempo che si è estesa anche al Piemonte dopo aver colpito con eventi estremi a macchia di leopardo da nord a sud della Penisola. Nella provincia piemontese di Cuneo a pagare il conto più alto sono stati i campi di mais, quelli di cereali e i fagioli, mentre il frumento è stato spianato dal vento che ha scoperchiato stalle e fatto letteralmente esplodere i teli di copertura delle serre. In provincia di Alessandria nella zona di Tortona la tempesta ha sradicato alberi. Si tratta dell’ultima spallata del clima impazzito dalla Lombardia al Veneto, fino alla Puglia, in una maledetta primavera che secondo la Coldiretti ha fatto perdere lungo la Penisola più un frutto su tre con il crollo dei raccolti, dalle pesche alle nettarine fino alle albicocche, ed un rincaro dei prezzi al consumo. Gli agricoltori cercano di difendersi con le reti anti grandine e con le serre coperte ma spesso la furia delle tempeste è così violenta che squarcia le coperture e distrutte frutta e ortaggi. Siamo di fronte alle evidenti conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi che compromettono le coltivazioni nei campi con costi per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra perdite della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne.
C.d.G.