(Piero Mastroberardino, presidente istituto Grandi Marchi)
Presidiare il posizionamento qualitativo del vino italiano e valorizzare le varietà produttive regionali, lavorando sul valore – più che sul volume – del nostro export enologico sul primo mercato europeo di sbocco, la Germania.
Sono questi gli obiettivi della trasferta tedesca delle 19 cantine dell’Istituto del vino Grandi Marchi che, lunedì 7 novembre a Monaco, apriranno ufficialmente il loro evento istituzionale a cadenza annuale. Per il terzo anno consecutivo, quindi, l’Istituto che esprime il 7% dell’export vinicolo complessivo nazionale e che vanta ben 12 regioni rappresentate, sceglie il top market europeo per fare il punto su una piazza consolidata ma con una competizione sempre più forte.
Per il presidente dell’Istituto, Piero Mastroberardino, “un posizionamento di pregio per il vino italiano è il paradigma da seguire per sostenere le nostre esportazioni in Germania. I prodotti della vigna del nostro Paese meritano che gli apprezzamenti qualitativi ormai riconosciuti dalla critica internazionale si traducano in ritorni di valore adeguati agli investimenti in ricerca, sperimentazione, innovazione che gli operatori della nostra filiera fanno senza interruzione ormai da tanti anni. Il mercato tedesco – prosegue Mastroberardino – ha ampi spazi decisamente interessanti per questa categoria di vini: c’è un pubblico evoluto e pronto a recepire il messaggio esclusivo che il brand vino italiano incorpora e diffonde. Per questo servono azioni mirate rivolte a far emergere la ricchezza del vigneto tricolore con specifici programmi di educazione e informazione dedicati soprattutto ai giovani”.
Per il loro evento istituzionale, che dopo la tappa di Monaco proseguirà a Colonia (8 novembre), le 19 cantine dell’Istituto Grandi Marchi saranno protagoniste di un seminario- tasting guidato dal giornalista e scrittore Steffen Maus. In degustazione le migliori etichette delle imprese associate, secondo uno schema di presentazione che evidenzierà ed esalterà le diverse peculiarità produttive regionali e l’originale interpretazione qualitativa delle aziende associate.