di Emanuele Scarci
Dopo 37 anni a Veronafiere, dei quali quasi 25 al vertice, Giovanni Mantovani conclude il mandato di direttore generale.
Una scelta chiaramente non volontaria, ma forzata da Fondazione Cariverona quale contropartita per la partecipazione all’aumento di capitale dello scorso anno. Il top manager lascia forse in uno dei momenti più difficili e incerti per Veronafiere. Il Comune di Verona è l’azionista di maggioranza con il 39,48%, seguito a distanza da Cariverona con il 24%. Il rinnovo del cda è avvenuto con le nomine alle cariche più importanti fatte dalla giunta comunale di Centro-destra guidata da Sboarina che ha perso il ballottaggio del 26 giugno. L’ex parlamentare leghista Federico Bricolo è diventato presidente del polo scaligero mentre l’imprenditore (ex presidente, per 6 anni) Maurizio Danese è stato cooptato come amministratore delegato.
Rimane vacante la poltrona di direttore generale (quella di Mantovani, appunto) di cui difficilmente il neo sindaco Damiano Tommasi si accontenterà, nonostante durante la campagna elettorale abbia mantenuto un discreto distacco dalle logiche politiche e spartitorie. Molto dipenderà anche dal Pd. Tuttavia, si capirà già a metà luglio, dopo la nomina degli assessori, quale sarà l’orientamento della nuova giunta rispetto a uno degli asset più importanti della città: riterrà nei fatti (ma non formalmente) illegittima la guida della fiera e farle la guerra o preferirà conviverci (con la nomina di un dg) per un triennio senza rompere la cristalleria?
Mantovani va ma rimane
Classe 1957, a Veronafiere dal 1985, direttore generale dal 1998, Mantovani resterà nel sistema fieristico come presidente di Piemmeti, società controllata del Gruppo Veronafiere, membro del board dell’Ufi (The Global Association of the Exhibition Industry) e, dal 1° settembre di quest’anno, come senior advisor del top management della capogruppo di viale del Lavoro. “Lascio il mio incarico con la certezza e la soddisfazione di aver contribuito allo sviluppo di quello che oggi è il quarto player fieristico nazionale e primo per rassegne organizzate direttamente – commenta Mantovani –. Dopo due anni di pandemia, gli indicatori finanziari dell’azienda sono di nuovo in sicurezza. Un risultato non scontato che la proietta verso ulteriori piani di crescita sullo scenario nazionale e internazionale, grazie ai più importanti prodotti storici come Vinitaly, Marmomac, Fieracavalli, Fieragricola e Samoter. Oggi la Fiera di Verona è pronta per affrontare le nuove grandi sfide economiche e sociali che la attendono, senza dimenticare il suo territorio e la sua città di riferimento e per la quale continuerà sicuramente a rappresentare un asset strategico. Ringrazio e auguro un buon lavoro a chi mi ha accompagnato e affiancato in questo lungo percorso professionale e umano, dai presidenti e cda che si sono succeduti, al management fino a tutti i dipendenti, colleghi e collaboratori di Veronafiere”. Nella sua lettera di saluto, il governatore del Veneto Luca Zaia scrive: “Il percorso da lei tracciato con passione e dedizione non andrà perso, ma perdurerà come lascito: il cambio di marcia, tipico di ogni nuovo inizio, ingranerà proprio per l’esperienza e le sinergie che ha fatto maturare durante questi anni”.