Alessandro Marchionne nominato amministratore delegato della holding
(Riccardo Cotarella)
di Michele Pizzillo
La maggiore società agroalimentare italiana in termini di estensione con i suoi 14 mila ettari di terreni tra Italia e Romania, ha deciso di avviare una trasformazione dei propri vigneti, quasi 800 ettari, per rilanciare la produzione vinicola.
Genagricola, l’holding che ha in portafoglio le attività agricole di Generali Italia, con 24 diverse realtà produttive tra vini, frutta, colture erbacee, allevamento zootecnico e forestazione, ha chiamato Riccardo Cotarella, presidente di Assoenologi, per traghettare la trasformazione dei propri vigneti dislocati tra il Friuli, Veneto e il Monferrato. I primi risultati si stanno vedendo in questi giorni, secondo Alessandro Marchionne, nominato amministratore delegato nel settembre scorso, per giungere a completamento nel 2018.
La nuova strategia studiata da Cotarella per Genagricola punta a migliorare il posizionamento delle aziende vinicole orientandone l’attività in chiave moderna, attraverso innovazione e tecnologia anche dell’agricoltura.
Nel frattempo è stato avviato un progetto di riposizionamento dei diversi brand i cui prodotti vengono oggi distribuiti nell’ottica di una maggiore internazionalizzazione e specializzazione nel segmento medio-alto di mercato. Tant’è che i vini prodotti dalle tenute di Genagricola hanno ricevuto diversi riconoscimenti da pubblicazioni specializzate come Gambero Rosso, Wine Spectator, Wine Enthusiast mentre il marchio più noto e più longevo del gruppo, Tenuta Sant’Anna, che con i suoi 160 ettari di vigna ubicati a 50 chilometri da Venezia rappresenta un tassello importante nella storia dell’enologia italiana, all’ultimo Vinitaly, a Verona, ha presentato nuove bottiglie e nuove etichette dove ricompare, in versione stilizzata, il leone veneziano della compagnia d’assicurazione, a conferma, probabilmente, del nuovo corso intrapreso da Genagricola. E, infatti, Marchionne appena insediato, a settembre del 2014, alla guida delle aziende agricole di Generali Italia, aveva anticipato che il 2015 sarebbe stato l’anno del cambiamento dell’holding per “migliorare il posizionamento delle aziende agricole di proprietà, in un’ottica di maggiore internazionalizzazione, ed una nuova brand strategy per il polo vinicolo che prevede non solo un restyling grafico delle etichette, ma una vera e propria rivoluzione in vigna. I primi risultati cominceranno a essere tangibili, in particolare sui vini bianchi, già dal prossimo anno”.
(Alessandro Marchionne)
E così è stato, con le produzioni di Tenute Sant’Anna e di Torre Rosazzo acquistata nel 1979, in particolare. Intanto cambia anche la strategia commerciale del settore vinicolo di Genagricola che con 4 milioni di bottiglie vendute, rappresenta il 30% del giro d’affari della holding. Secondo Marchionne per i vini di Genagricola il mercato italiano è ormai saturo per cui “stiamo puntando sull’export che attualmente rappresenta il 30% delle nostre vendite”. Così il settore agricolo della compagnia assicuratrice triestina ha dato un colpo di accelerazione alla controllata Montcalm, che negli Stati Uniti è leader nella distribuzione di vini italiani. Contestualmente per il mercato cinese il neo amministratore delegato di Genagricola ha avviato una collaborazione con la società SinoDrink che con la sua piattaforma logistica solo a Shangai distribuisce 200 mila bottiglie di vini italiani, di cui 80.000 sono di Genagricola. Per incrementare l’export, Marchionne sta anche valutando la possibilità di commercializzare vino in bag in box ma solo in paesi come Canada, Danimarca, Svezia e Norvegia dove già da tempo viene accettata questa confezione anche per i vini di alta qualità.