di Maria Giulia Franco
Le frodi alimentari sono in aumento in tutta Europa e l'Unione europea corre ai ripari con un nuovo regolamento per la lotta al fenomeno, approvato dal Parlamento europeo in seduta plenaria a Strasburgo.
Nel mirino il sale anti-ghiaccio spacciato come sale alimentare, pesci d'allevamento venduti come appena pescati, uova di galline allevate in batteria smerciate come biologiche, carne di cavallo in piatti surgelati che in etichetta vantano la presenza di carni bovine al 100%. L'unione europea prevede diverse misure per adeguare controlli frammentati, e ancora per lo più a livello di Stato membro, a filiere alimentari che possono utilizzare materie prime e intermediari che superano i confini dei paesi. Il provvedimento approvato a Strasburgo rinforza i meccanismi di tracciabilità degli alimenti prodotti tra diversi paesi e invita gli Stati a inasprire, oltre che armonizzare, le pene in caso di frode. Tutte le imprese e i settori della filiera alimentare, dalle sementi ai prodotti alimentari, dal benessere animale alle aziende del biologico, potranno subire controlli anche senza preavviso e anche in paesi terzi. Gli accertamenti saranno più severi, ma basati sul criterio del rischio, con la riduzione della frequenza dei controlli per i settori risultati in regola più spesso e aumento delle verifiche per quelli meno virtuosi.
Infine, per far sì che le risorse siano all'altezza di compiti più sofisticati rispetto al passato, si afferma il principio che gli operatori della stessa filiera e in tutta l'Ue, fatta eccezione per le piccole imprese, contribuiscano finanziariamente ai controlli. L'approvazione della nuova normativa chiude un processo legislativo iniziato nel 2013, all'indomani dello scandalo della carne di cavallo trovata in prodotti pronti all'uso che indicavano in etichetta di essere composti da sole carni bovine. Tra lasagne surgelate e polpette pronte, una decina di paesi europei risultarono toccati dal fenomeno, con le indagini che rivelarono una frode le cui responsabilità si distribuivano tra intermediari e aziende in Olanda, Francia, Romania e Cipro. La salute pubblica non era a rischio, ma l'episodio ha intaccato la fiducia dei consumatori, soprattutto dove il cavallo è considerato un animale domestico, come nei paesi anglosassoni. Sollevando dubbi sul funzionamento dei controlli lungo la catena di approvvigionamento alimentare a livello europeo, settore che vale circa 750 miliardi di euro l'anno.