Il “ballo del Gattopardo”. E non è difficile intuire a cosa si è ispirato lo chef Francesco Bonomo di Marsala in provincia di Trapani che ha presentato, qualche giorno fa, proprio in occasione premio letterario Giuseppe Tomasi di Lampedusa, a Palazzo del Gattopardo a Santa Margherita Belice, in provincia di Trapani, il suo cous cous dedicato al celebre romanzo. Ad ispirare lo chef, nella creazione del suo piatto, è stato proprio il ballo dell’affascinante e sensuale Angelica con il giovane Tancredi che danzano volteggiando in un grande e lussuoso salone aristocratico, inebriati da profumi di agrumi ed essenze.
Lo chef Bonomo ha cercato di rievocare quel percorso, quell’attimo del ballo, quel periodo con un connubio di sapori, profumi e sensazioni come fossero racchiusi in una sfera nel suo cous cous per questo chiamato il “Ballo del Gattopardo”. Ripensando alla storia, in cui l’autore descrive una lunghissima e stretta tavola illuminata da 12 candelabri, lo chef ha ideato il suo piatto in forma ovale con decorazioni circolari come il movimento rotatorio e armonioso del ballo di Angelica e Tancredi. Ha scelto il cous cous, racconta “come simbolo di aggregazione, di pace e di uguaglianza, utilizzando molte delle materie prime narrate nel Gattopardo”. Bonomo ha insaporito il suo cous cous con un brodo di aragosta, ha adagiato a fianco una purea di piselli, ha aggiunto petali di spigola marinata, con olio al prosciutto, bottarga di uova di gallina e gelée di Moscato. Poi ha esaltato il profumo con una essenza di sua creazione, una inebriante cannella, cercando di rievocare i sapori non di una semplice cena, ma di un grande evento in cui si fondano cultura, storia, musica e gastronomia.