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Scenari

FederDoc e Aicig presentano i dati del 2016. Liberatore e Ricci Curbastro: “Soddisfatti”

13 Dicembre 2016
Liberatore Liberatore


(Giuseppe Liberatore e Riccardo Ricci Curbastro)

di Fabiola Pulieri

“Ancora per quest'anno siamo i primi produttori di vino al mondo con 48,5 milioni di ettolitri (fonte Mipaaf, Ismea, Uiv), ma la rincorsa che il settore vitivinicolo italiano ha iniziato a fare da qualche anno a questa parte non sempre sul mercato è stata riconosciuta. Ciò che conta è che i 5,4 milioni di export continuino a crescere. Nel primo semestre del 2016 sono stati registrati un +4,5% in volume e un lusinghiero +7,9% in valore. Con i vini a Denominazione di Origine che a loro volta crescono del 5% in volume e dell’8% in valore”. 

Queste le parole con cui Riccardo Ricci Curbastro, presidente Federdoc, ieri sera a Roma a Le Roof del Grand Hotel Ritz ha iniziato a presentare i dati del rapporto annuale durante un incontro che ha consentito di fare il punto sullo stato di salute del Vigneto Italia. Dunque il 2016 è un anno che si chiuderà con un segno positivo. Germania, Regno Unito e Stati Uniti sono i mercati principali; Corea e Francia i mercati in crescita.
“Prosegue la scalata ai mercati esteri, confermando quelli storici come Stati Uniti, Regno Unito e Germania, mantenendo salde le posizioni in Francia, Canada, Australia e Messico ma, soprattutto, sviluppando numeri rilevanti in Cina e Corea, target di assoluto valore – ha continuato Ricci Curbastro – ma in realtà è tutto il mondo che chiede i nostri vini e non è un mistero che ormai l’80% delle etichette nazionali sono destinate a superare i confini italiani”. Ciò che emerge è che il ruolo di controllo e vigilanza che Federdoc svolge è fondamentale per proteggere i vini italiani a denominazione e tutte le aziende del comparto che, nell’ultimo anno, hanno sviluppato introiti per quasi 10 miliardi di euro. Una voce importante per il bilancio del Paese che va protetta da molteplici attacchi e che ha visto Federdoc più volte protagonista di numerose battaglie come nel caso del tentativo di liberalizzazione che non è andato in porto. 

“Siamo stati promotori, insieme alle altre organizzazioni della filiera – ha spiegato Ricci Curbastro – di moltissime azioni atte a proteggere le Denominazioni d'origine italiane. Vale la pena ricordare che abbiamo ottenuto la modifica della proposta che aveva come obiettivo concreto quello di liberalizzare l’uso delle varietà che, se fosse stata accettata, avrebbe causato un vulnus gravissimo all’intero sistema delle Indicazioni Geografiche. Così come fondamentale è stato il nostro intervento nella delicatissima questione dell’attribuzione dei domini .wine e .vin che ha consentito di evitare che il mondo del web diventasse una vera giungla, terreno di caccia ideale per chiunque volesse approfittare della rinomanza delle Do più note, usurpandone di fatto il nome con grave danno sia per i produttori che per i consumatori”.

La conferenza è stata anche l'occasione per presentare i dati del bilancio di attività dell'Aicig, l’Associazione Italiana Consorzi Indicazione Geografiche. 
“La recente entrata in vigore, seppur a titolo provvisorio, dell’accordo di libero scambio tra Unione e Canada (Ceta) – ha affermato Giuseppe Liberatore, presidente di Aicigi – rappresenta un passo in avanti nell’ottica di un superamento delle barriere commerciali tra le due sponde dell’Atlantico, ed in particolare nel riconoscimento del sistema Ig e del livello di protezione ad esso riservato. Ancorché in presenza di talune concessioni a beneficio della controparte canadese, appare in effetti innegabile la conquista di uno status di maggiore tutela per un numero significativo di denominazioni italiane ed europee sul mercato nordamericano”. 

Altra attività che Aicig sta seguendo con particolare attenzione è la ricerca commissionata dal Consortium for Common Food Names (Ccfn) per valutare l'impatto economico negativo, sui produttori del comparto statunitense, i consumatori e l'economia, teoricamente causato dalla politica messa in atto dall’Unione Europea riguardo all’utilizzo esclusivo dei nomi comuni riferiti a noti formaggi Ig. “La posizione assunta dal Consorzio dei Nomi Comuni – ha dichiarato il Presidente di Aicig – ci impone un’ulteriore riflessione sugli enormi interessi economici di coloro che, da un lato, intendono attribuire carattere di genericità alle denominazioni europee, dall’altro, ne sfruttano convenientemente la buona reputazione operando una sostanziale svalorizzazione dei relativi marchi. Proprio nella necessità di confutare tale approccio, è pertanto necessario fare sistema a difesa del modello delle Indicazioni Geografiche, ed in questo ambito Aicig può rappresentare certamente un punto di aggregazione strategico per le filiere della qualità certificata italiana nell’opera di salvaguardia dei prodotti Dop e Igp da trasferire anche all’interno dei negoziati bilaterali e multilaterali. E’ di fondamentale importanza tuttavia far sì che l’Associazione sia nelle condizioni di poter svolgere attività sistematica di studio e analisi, come avvenuto per le indagini di web listening sviluppate anche nel corso del 2016, al fine di raccogliere dati e informazioni che certifichino tangibilmente la validità del sistema Ig”.
 
Aicig, durante tutto il 2016 ha rivolto il proprio operato verso la ricerca condotta sul web, con il sostegno del Mipaaf, che ha consentito di operare un ascolto mirato della rete Internet consentendo di raccogliere preziose informazioni quali-quantitative, riferite a differenti ambiti geografici (nazionale, Unione europea, extra-Ue), sulle conversazioni on-line formatesi intorno al tema Indicazioni Geografiche in un dato orizzonte spazio-temporale (marzo-settembre 2016) finalizzate ad acquisire dati e informazioni sul livello di conoscenza che l’utente Internet mostra di possedere riguardo ai simboli comunitari Dop e Igp. “È un bel patrimonio il nostro ma difficile a gestire – ha commentato Ricci Curbastro – Per la lotta alla contraffazione devo segnalare che il protocollo di intesa stipulato con l’Ispettorato Centrale Repressione Frodi, l’Aicig, E-bay e Ali Baba è nel senso di evitare le contraffazioni e le imitazioni per non danneggiare il patrimonio del nostro paese. Nello scorso anno le inserzioni illegali su ebay sono state 368 e sono state immediatamente cancellate in 72 ore dalla segnalazione grazie all’attivazione del programma Ve.Ro., uno strumento di monitoraggio del variegato mondo del web che prevede la possibilità di segnalare in modo tempestivo irregolarità di tutti i tipi”. 

Il 2017 si prospetta dunque fitto di impegni per Federdoc: dalla partecipazione al decreto “Campolibero”, avviato dal Mipaaf, fino alla grande novità di Equalitas, operazione che ha visto l’impegno della federazione nella direzione della sostenibilità sociale, ambientale ed economica. Il tutto senza dimenticare il lavoro svolto per il “Testo Unico della Vite e del Vino”, approvato lo scorso 18 novembre, passaggio fondamentale per unificare, aggiornare e razionalizzare le leggi esistenti nel settore. E infine il continuo impegno nella lotta alla contraffazione insieme all'Aicig.