di Francesca Landolina
Le uve raccontano? Sembrerebbe una domanda strana, ma non lo è affatto.
La natura parla più di quanto si riesca ad immaginare, purché le si presti ascolto e la si osservi nel lento trascorrere del tempo. A dimostrarlo è Cantine Colomba Bianca – la cooperativa vitivinicola siciliana di Salemi, estesa sul territorio di Trapani con 6.800 ettari di vigneti e 2.480 soci – che ha inaugurato l’Osservatorio V-Lab, un Osservatorio regionale nato per mettere in rete istituzioni, imprenditori, agricoltori, enologi ed esperti del settore, con l’obiettivo di condividere tecniche da mettere in campo e trattamenti fitosanitari, definendo gli areali più vocati per la produzione di vini rossi, bianchi e spumanti. La presentazione è stata anche l’occasione per presentare la decima edizione di una pubblicazione che ha come titolo proprio la frase “Le uve raccontano”. Si tratta di un archivio di dati che rappresenta una memoria storica capace di mettere in evidenza trend climatici e produttivi degli ultimi 10 anni, evidenziando le differenti annate nelle aree di riferimento. L’analisi decennale, condotta da un team tecnico, formato da enologi, ricercatori, agronomi e metereologi, tra le vigne delle Cantine Colomba Bianca (7000 ettari di vigneto di cui 2000 in regime di agricoltura biologica), è molto più di un report. Rappresenta il risultato di un percorso di analisi e di studio che coinvolge l’intera filiera vitivinicola, utile a consigliare ai soci le più appropriate tecniche agronomiche per la stabilità qualitativa e produttiva dei vigneti. E diventa l’occasione per fare rete. A manifestare questa volontà sono i dirigenti della cooperativa, il presidente e il vicepresidente di Colomba Bianca, rispettivamente Dino Taschetta e Filippo Paladino, che lanciano un appello alle cantine dell’isola e alle istituzioni per fare squadra, facendo tesoro di questi dati per lavorare in rete.
“Per essere felici, bisogna lavorare alla felicità degli altri – ha affermato il presidente della cooperativa Dino Taschetta -. Ecco perché apriamo i risultati di questo lavoro a chi abbia voglia di usarlo per raggiungere comuni obbiettivi. Il vantaggio alla fine dei conti è di tutti, mai del singolo. La Sicilia non è un mondo patinato, molti faticano a portare il pane a casa, creare ricchezza diffusa è prioritario e nel mondo delle cooperative lo scopo è proprio questo, per il bene di un territorio, che ha ancora tanto bisogno di cure e decisioni politiche e sociali responsabili”.
Il fattore clima. In Sicilia, andamento più stabile, ma si invita alla prudenza
A parlare di clima e degli andamenti climatici presi in esame nel corso dei dieci anni di analisi è stato Luigi Pasotti, Autorità di Bacino del Distretto Idrografico Sicilia, il quale ha affermato: «L’anno 2021 ha confermato la grande variabilità del “fattore-clima” e la necessità di adeguare le scelte colturali in relazione all’andamento meteo-climatico. Parliamo di un anno termicamente molto caldo, vicino ai massimi del 2003, che si è trasformato in una stagione di ricostituzione delle riserve idriche del suolo, degli invasi e delle risorse sotterranee. Nonostante non ci sia più l’evidenza di quel calo progressivo di precipitazioni, che sembrava ormai assodato all’inizio del 2000, sebbene la Sicilia appaia favorita da maggiori possibilità di adattamento, nonostante la ben nota resilienza della vite, occorrono nuove strategie di adattamento alla siccità. La strada da seguire è quella del monitoraggio costante di un campione rappresentativo dei vigneti per avere un termometro quanto più fedele alla realtà».
L’analisi meteo climatica del 2021 e il monitoraggio decennale del Sias
A parlarne è stato il responsabile dello staff tecnico viticolo di Cantine Colomba Bianca Antonio Pulizzi: “In provincia di Trapani, ma anche nel resto della Sicilia, l’anno 2021 è stato caratterizzato da un inverno poco generoso dal punto di vista pluviometrico; i mesi di febbraio e marzo hanno visto accumuli poco sopra i 50 mm di pioggia e la primavera è stata decisamente asciutta. Fortunatamente la distribuzione delle piogge si è verificata nei momenti cruciali – cioè ad aprile, prima della fioritura, e poi a inizio allegagione (formazione dell’acino) – salvaguardando il giusto equilibrio vegeto produttivo. Grazie al monitoraggio effettuato nell’ultimo decennio – col supporto delle stazioni meteorologiche Sias, il Servizio del Dipartimento Regionale dell’Agricoltura e con l’utilizzo degli indicatori internazionali sulla siccità (indici SPI) – che ha dato vita alla collana di libri “Le Uve raccontano”, Colomba Bianca è riuscita a tracciare tutte le fasi fenologiche della vite, influenzate da molteplici fattori quali: latitudine, temperatura, tipologia del terreno, esposizione, epoca di potatura e varietà: «Un dato su tutti: l’inverno freddo del 2022 ha rallentato l’inizio di germogliamento di tutte le varietà rispetto alla media delle annate 2012-2021 – ha spiegato Pulizzi – in particolare il germogliamento Grillo ha fatto registrare un ritardo che ha condizionato poi tutte le fasi successive legate alla vendemmia”.
Nasce il vino Cara Terra
La sostenibilità è, più semplicemente, un processo socio ecologico spinto dal desiderio di perseguire un ideale comune. Ora, dalle analisi sui comportamenti di consumo pare che l’approccio sostenibile incida fortemente sulle scelte di acquisto del consumatore. Questo significa che l’ottenimento di certificazioni aziendali come la SOStain (promossa dal consorzio di tutela Vini Doc Sicilia e da Assovini Sicilia) o la certificazione Viva (Ministero della transizione ecologica) diventano fattori che influenzano i modelli di consumo. I consumatori ne riconoscono il valore, che diventa superiore rispetto a quello del vino convenzionale o comune. Dieci i requisiti del disciplinare SOStain che possono essere presi come ingredienti per la ricetta della sostenibilità: gestione del vigneto, divieto di diserbo chimico, biodiversità, utilizzo di materiali eco compatibili, materie prime locali, utilizzo degli indicatori Viva, tecnologie energicamente efficienti, peso delle bottiglie, comunicazione trasparente, limite al contenuto residuo dei vini. Da qui l’inserimento della linea di Cantine Colomba Bianca dal titolo Cara terra, presentata dall’enologo Mattia Filippi, di Uva Sapiens, e dalla responsabile marketing Marisa Leo. “Cara Terra è una dedica alla nostra terra nel rispetto dell’ambiente – ha detto Marisa Leo -. Abbiamo curato ogni dettaglio, dalla scelta della bottiglia all’etichetta con carta riciclata fino all’eliminazione della capsula”. Sono un bianco Igp Terre Siciliane e un rosso Igp Salemi da uve Perricone. “Produrre vini sostenibili e nel rispetto dell’ambiente – ha detto l’enologo Filippi – significa fare qualcosa di buono. Ma bisogna iniziare a desiderare di più, il buono e il bello insieme. La terra ha bisogno di cure, di attenzioni e c’è bisogno di decoro, di rispetto, di armonia. Tutto questo concorre alla bellezza, che non è solo un fattore estetico, ma unico”.
Un progetto da condividere per il futuro della viticoltura siciliana
“La presenza dell’assessore regionale all’Agricoltura Toni Scilla, del Presidente Consorzio Sicilia Doc Antonio Rallo, dell’assessore alle Politiche di Sviluppo Economico del Comune di Trapani Andreana Patti e di tantissime Cantine che operano nel nostro territorio – hanno concluso il presidente e il vicepresidente di Colomba Bianca, rispettivamente Dino Taschetta e Filippo Paladino – ha dimostrato l’importanza e l’utilità di un progetto tecnico, che ha tantissime ripercussioni sugli aspetti pratici legati alla nostra attività e che può davvero indirizzare il futuro del comparto. In questi dieci anni c’è stata un’ampia forbice legata alla qualità e alla quantità della produzione: basti pensare al Nero D’Avola, che ha registrato un range variabile da 64 a 140 quintali di raccolto per ogni ettaro. Le osservazioni sul campo consentono di mappare tantissimi aspetti utili per innalzare ulteriormente il profilo delle nostre uve e potenziare gli obiettivi enologici delle nostre aziende. Vogliamo consegnare questo patrimonio a tutti coloro che operano in Sicilia, per fare tesoro del lavoro svolto in questi anni, capitalizzando le informazioni utili e lavorando insieme in un’unica direzione: fare della Sicilia una terra di tradizioni legata ai suoi prodotti”.